“Sa cosa diceva Oscar Wilde, signora? Diceva: ‘Nulla d’importante può essere insegnato’. Niente di personale, signora. Continui pure.”
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Piperita Patty – Peanuts, 1950-2000 -Charles Monroe Schulz – (Saint Paul 1922 – Santa Rosa 2000)
Io Lorella Ronconi, nata con una malattia rarissima alle ossa, emersa all’età di due anni ma datata dalla scienza da pochi decenni: la pseudoacondroplasia nella sua forma più grave, mi sono spesso fatta coraggio spesso, da bambina, identificandomi con un personaggio dei fumetti: Piperita Patty.
Sono nata il 26 Maggio del 1962, 50 anni fa – adesso ne ho 52 – i miei genitori non capivano perchè lamentassi tanto dolore essendo una bimba visibilmente normale, così cominciarono a girare per medici per capire la causa di ciò. Iniziarono le visite, i ricoveri, e… sono “cresciuta” negli ospedali, tra corsie e sale d’attesa mediche, ho dovuto resistere a molte difficoltà per una bimba di pochi anni, in quegli anni imparai e capii che dovevo essere sveglia, vispa, attenta per sconfiggere i “mostri” che abitavano in quelle notti buie, spesso da sola perchè la mamma non la facevano stare con me.

I medici non capivano che malattia avessi e perchè lamentassi così tanto dolore alle ossa, così mi facevano esperimenti strani, dolorosissimi per la mia piccola età, notti insonni, sguardi strani tra loro; ho dovuto sviluppare le mie antenne e la mia “forza” interiore per resistere e non farmi schiacciare da quelle lunghe sofferenze e dalla mia poca altezza, i bambini diventavano alti ed io rimanevo piccola… Mi guardavo allo specchio e vedevo una bimba brutta, una chioma di capelli corti e arruffati, le lentiggini in bella vista, come i miei ragionamenti e le domande che facevo.

Per non rimanere indietro con i bambini, i miei amici, inventavo giochi, proponevo idee, cercavo soluzioni e battute “intelligenti”, pian piano la mia inventiva (grande amica) mi ha permesso di trovare soluzione al mio esistere, una collocazione, nell’universo, la pace interiore anche con questo stato di sofferenza forte, dolorosa, con cui convivere.
Negli anni ho scoperto, quasi come “un miracolo” che esisteva un fumetto che mi somigliava: Piperita Patty, lei, come me, era atipica, come me dinamica e determinata, non convenzionale, una “maschiaccia” sempre pronta a difendere i più deboli, insicura di se talvolta…sempre alla ricerca di conferme per la sua “invisibile femminilità” e oltretutto, come me, amava il baseball! Io ne vado pazza, quando guardavo le partite, tra gli spalti, osservavo il gioco, mi facevano sognare quei giocatori, li immaginavo come supereroi che, come per incanto, liberavano la fanciulla dalla strega cattiva, battendo pallina dopo pallina, per conquistare le basi ed arrivare “a casa” a segnare il punto. In quei momenti, come Piperita Patty, sognavo di avere una squadra di baseball tutta mia.
https://www.youtube.com/watch?v=oCqgTbodXMs
Si, Piperita Patty è il concentrato di Lorella Ronconi, ringrazio infinitamente Charles Monroe Schulz per aver pensato a questa tipologia di donna, è stata davvero provvidenziale per non farmi sentire “caso raro” :
grazie mia eroina “fumetta”!
Lorella Ronconi

“Piperita Patty (Peppermint Patty nell’originale) è il soprannome di Patricia Reichardt, uno dei personaggi del fumetto Peanuts di Charles M. Schulz. È capitano di una squadra di baseball che incontra quella di Charlie Brown, sconfiggendola regolarmente.
La sua immagine di “maschiaccio” è piuttosto atipica per una ragazza nei fumetti dell’epoca. Piperita Patty è decisa, atletica, dinamica, poco portata per lo studio e per la scuola (anche a causa della sua tendenza ad addormentarsi in classe), dove colleziona immancabilmente brutti voti nonostante l’aiuto di Marcie – la sua amica “secchiona” – e di Franklin. Si scontra inoltre con le autorità scolastiche per via del suo rifiuto di indossare un vestito consono al regolamento della scuola e di abbandonare i suoi sandali.

Nonostante questa scorza apparentemente dura, spesso si rivolge a Charlie Brown – che chiama “Ciccio” (Chuck nell’originale) – per cercare rassicurazioni sulla sua femminilità. Inoltre, la stessa Piperita Patty ha una piccola cotta per Charlie. Inutile dire che Charlie Brown, maldestro come sempre, non la rassicura affatto e la delude ulteriormente.
È inoltre rimasta convinta per molto tempo che Snoopy non fosse un cane, ma un “buffo bambino col nasone”, l’unico giocatore di baseball decente – a detta sua – della squadra di Charlie Brown. E come un buffo bambino lo ha trattato, invitandolo a feste da ballo o sulla spiaggia tra la sorpresa e lo scherno degli altri bambini, che lei zittisce in modo rapido e manesco.
Piperita Patty, suo malgrado, viene chiamata “capo” (sir nell’originale) da Marcie ed entrambe hanno una cotta per Charlie Brown sebbene in sua presenza non lo ammettano mai.
Si ritiene che Schulz scelse il nome di questo personaggio traendolo da quello di una caramella, la York Peppermint Pattie, prodotta da uno degli sponsor degli special a cartoni animati che la rete televisiva statunitense CBS dedicò ai Peanuts negli anni settanta, tuttavia l’autore stesso dichiarò più volte di essersi ispirato per il nome a delle caramelle alla menta piperita che si trovavano nel suo ufficio.”
http://it.wikipedia.org/wiki/Piperita_Patty

Peanuts sono la striscia a fumetti più famosa del mondo, pubblicata quotidianamente tra il 1950 e il 2000, quando morì a 77 anni il suo autore Charles Schulz. Ancora oggi le repliche delle strisce sono distribuite e pubblicate ogni giorno sui quotidiani di decine di paesi del mondo: in Italia, dal Post. La popolarità e l’influenza della striscia – e dei suoi personaggi più famosi, soprattutto Charlie Brown, Snoopy, Linus – si è estesa nel tempo a tutti i media e alla vita quotidiana di mezzo mondo, attraverso i loro caratteri, le loro battute, il radicamento delle loro consuetudini, e una quantità straordinaria di efficacissimi aforismi e citazioni. Le frustrazioni, insicurezze, illusioni, ansie, dei personaggi bambini hanno sempre rispecchiato quelle dei lettori adulti aggiungendovi tenerezze infantili che hanno sempre appassionato i lettori bambini: costruendo nel tempo un successo presso generazioni diversissime. Il nome Peanuts venne scelto dal distributore della striscia citando quello di un pubblico di bambini in uno show televisivo dell’epoca, e si è sempre detto che a Schulz non piacesse. Ma come dice Lucy Van Pelt, «più si invecchia, meno si è sicuri rispetto a un sacco di cose».
http://www.ilpost.it/2014/04/29/peanuts-2014-aprile-29/
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