SE VIAGGIARE PUO’ DIVENTARE UNA ESIBIZIONE DA CIRCO: IN DUE ANNI NULLA E’ CAMBIATO

E’ DI DUE ANNI FA L’ARTICOLO DI MASSIMILIANO ULIVIERI SU ILFATTOQUOTIDIANO, MA ANCORA ATTUALISSIMO:  PURTROPPO QUASI NIENTE E’ CAMBIATO  IN ITALIA.

VE LO RIPROPONGO PER FARVI CONOSCERE COSA SIGNIFICA PER NOI DIVERSAMENTE ABILI AVERE IL CORAGGIO DI “ESSERE ESIBIZIONI DA CIRCO” PUR DI SALIRE IN TRENO, A VOI LA VOGLIA DI SCOPRIRLO LEGGENDO L’ARTICOLO.

“….Un “carrozzato” non ha facoltà di scelta.”

Massimiliano Ulivieri

Se viaggiare può diventare un’esibizione da circo

di Max Ulivieri | 11 ottobre 2012

Somiglia un po’ al van per trasportare i cavalli. Solo che in questo caso è cabriolet ed in realtà non trasporta quadrupedi ma bipedi su ruote. Conoscete questo mezzo arcaico di trasporto? Di sicuro chi deve viaggiare su sedia a rotelle, lo conosce. E dove li porta i disabili? Appurato che non li porta a pascolare o gareggiare, l’utilità di questo mezzo è di farli salire sul treno. A questo serve il carretto-van: superare i gradini del vagone e far entrare il disabile con ruote al posto attrezzato. Ecco cosa accade ogni volta che un disabile in carrozzina vuol prendere il treno, soprattutto quelli ad alta velocità, che non hanno i pianali ribassati.

«Il fine giustifica i mezzi». Direbbe qualcuno. In effetti senza questo rudimentale mezzo, il disabile si “attaccherebbe” al tram. Anzi, neanche lì potrebbe salire. Il risultato però non è solo il buon fine ma anche la dignità con cui lo si raggiunge il treno-disabili.

Quando ti caricano sul carretto e vedi intorno tutti che ti guardano con curiosità, per altro legittima, considerata la scena, vorresti realmente poter essere un destriero purosangue, almeno potresti godere degli sguardi d’ammirazione e quel mezzo lo considereresti adatto per un animale, se pure bellissimo. Ma essendo tu un essere umano, la sensazione che percepisci in quel momento è tutt’altro che di fierezza. Vorresti che quel mezzo fosse chiuso da tutti i lati, così da entrare furtivo ed al riparo da sguardi indiscreti che osservano la scena come si osserverebbe un’esibizione da circo.

Una volta salito sul treno, questo divario tra esseri umani, dovrebbe terminare. Ma non è così. Intanto, se sei disabile, scordati di partire in comitive di disabili, anche perché ne basterebbero tre per creare problemi: sull’intero treno ci sono solo due posti per carrozzine. Dicono per questioni di sicurezza. Certo. Se ci fossero dieci persone in carrozzina, prima di farli scendere tutti con quel “carretto”, si farebbe notte. Partendo da questo presupposto, la regola potrebbe anche avere un senso. Solo che in Italia si parte spesso da presupposti sbagliati. L’entrata del treno dovrebbe essere semplice e veloce per tutti, come l’uscita.

Vuoi fare il manager e goderti il vagone business? Non ci puoi andare. Vuoi il silenzio intorno a te nello scompartimento relax? Non ci puoi andare. Sì, perché di vagoni accessibili ce n’è solo uno e quello accoglie un solo disabile.

Un “carrozzato” non ha facoltà di scelta. E con l’aereo come va? Lì non c’è il carretto ma il furgone-sollevatore. Quello che in estate rischi di morirci dal caldo e in inverno dal freddo.

Quando poi, con calma (molta calma), riesci a entrare nel velivolo, ti spostano su di una sedia stretta in modo da passare tra i sedili stretti. Ecco, con i passeggeri già seduti, la tua passerella con sfilata fino al tuo sedile, in genere nel mezzo. Sì perché davanti non puoi stare, anche qui per questioni di sicurezza. Metti che tutti scappino all’uscita, tu, immobile sul sedile, saresti d’impiccio.

Maliziosamente si potrebbe pensare che il disabile sia la vittima sacrificale: posizionato negli angoli dei mezzi di trasporto, l’ultimo a uscire in caso di pericolo. Del resto in emergenza si dice «…prima le donne e i bambini….». E poi?

Una ragazza disabile mi ha raccontato di un viaggio in Finlandia. Dovendosi spostare in varie città, ha telefonato alla stazione: «Vorrei prenotare un treno…» Risposta: «in che senso? Vuole un treno tutto per lei?» e la ragazza «…Ma no! Ho bisogno dell’assistenza per salire, sono disabile». Replica: «Guardi che non c’è bisogno d’assistenza, tutte le porte dei treni sono al livello del marciapiede, può entrarci da sola».

Viva la semplicità.

Max Ulivieri. Vieni a trovarmi anche sul mio sito www.diversamenteagibile.it

 

UN GRAZIE DI QUESTO ARTICOLO A MASSIMILIANO ULIVIERI DAL SUO BLOG  SU ILFATTOQUOTIDIANO.IT 

(c) Lorella Ronconi

Informazioni su Lorella Ronconi

Freeway on my wheelchair, social branding influencer, content marketing management, poetessa per amore della mia vita. "Ruoto, scivolo, piroetto tra vanità e gambe frettolose, non trovo le mie orme, ma io ruoto, si, in un mondo fatto di passi . Je Roule #JeRouleAvecToi, #ionomivergogno, #iosonorara "Dopo tanta sofferenza provocatami dall’ignoranza delle persone riguardo la mia diversa abilità, dopo tanto sentirmi “mostro” e nascondermi all’altro, ecco che mi guardo allo specchio e mi sento Sirena. Se nella mia precedente raccolta di poesie (Je Roule, E.T.S., Pisa 2008) “ruotavo”, riferendomi al mio vivere in carrozzella e ripiegandomi sulla mia condizione, adesso promuovo me stessa accettandomi con grande amore, con nuova forza e rinnovata autostima. Ho cambiato pelle, ora “guizzo”: ora sono una Sirena. Entità leggendaria, metà donna e metà fantastica frequentatrice delle più remote profondità del mare, la Sirena nuota e si muove in energica sintonia con il suo mondo; osserva, accucciata sulla roccia, le navi e i marinai e comprende che non potrà mai correre sulla terra ferma tra quei “piedi guerrigli”, né essi potranno mai nuotare negli abissi profondi degli oceani. “Tra voi e me c’è una distanza incolmabile”, sembra dire la Sirena, guardando lontano; la tristezza può impadronirsi di lei ma il tuffo guizzante la rinvigorisce, le rinnova le forze, la fa risentire combattiva, “guerriglia”. Lei, la Sirena, ed io, Lorella, crediamo fermamente nell’uguaglianza dei diritti e nella grande, magnifica ricchezza delle differenti abilità. L’unicità e l’irripetibilità di ciascuno di noi ci fa naturalmente guadagnare il diritto di essere parimenti accettati nella nostra normalità”. Cav. Lorella Ronconi www.lorellaronconi.it @lorellaronconi https://www.facebook.com/lorellaronconietor?ref=hl Vedi tutti gli articoli di Lorella Ronconi

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