Ci sono cose su cui preferirei non scrivere: sembra strano, sentirle da uno come me, che vorrebbe spesso scrivere per quanto parla (tanto…) ma io devo anche combattere la mia parte intollerante – si ringrazia Caparezza per la geniale affermazione – e per cui tra l’altro ho creato proprio La spada del mercenario, quindi vado avanti.
Negli ultimi giorni, complice anche un fattaccio nel Vercellese, ho pensato spesso a come si continua ad usare i termini disabile, diversamente abile, invalido (pare quest’ultimo termine venga utilizzato da molti italioti solo riguardo a persone di una certa età…) e pure handicappato (questo viceversa invece per bambini e adolescenti ).
Ma non perché usati in maniera scorretta…ma perché usati.
Ho vissuto il mio approccio verso persone con disabilità (non suona meglio…molto meglio?) molto presto, con un parente, poco più grande di me, ridotto a letto e con