VANITY FAIR ARRIVA FINO A ME, SUL DIRITTO ALL:AFFETTIVITA/SESSUALITA’ DELLE PERSONE DIVERSAMENTE ABILI NON MOLLO

«Le barriere culturali sono le più difficili da abbattere. Io lo so bene: per anni ho lottato contro quelle architettoniche, e qualcosina l’ho ottenuta. Ma contro i luoghi comuni e gli stereotipi c’è poco da fare».
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Di Tamara Ferrari.
Lorella Ronconi, 53 anni, di Grosseto, da tanti anni lotta perché venga introdotta anche in Italia, come già accade in altri Paesi d’Europa, la figura degli assistenti sessuali per i disabili. Lo fa portando avanti una battaglia sociale e politica, ma anche attraverso la poesia «che è uno dei miei strumenti d’espressione. Ho scritto anche un libro, cerco con i versi di cambiare la società».

Anche se non è facile. «Soprattutto noi donne siamo schiacciate dagli stereotipi, soprattutto da quelli legati al sesso e alla disabilità. Su Internet se si cercano insieme queste due parole, vengono fuori solo foto di uomini in carrozzella con una ragazza accanto. E per strada, quando qualcuno incontra una donna in carrozzina con accanto un bel ragazzo, subito pensa che si tratti di un volontario, o di un parente».

Lorella lo sa bene, perché lo vive ogni giorno sulla propria pelle. «Sono nata con una malattia rarissima, che colpisce una persona su sessantamila. A 32 anni stavo per morire, i miei mi portarono in Francia, dove fui operata. Al ritorno non camminavo più. Da allora vivo su una carrozzina. Da allora è iniziata la mia vera vita da disabile».

Da disabile bisognosa di amore e, perché no, anche di sesso. «È una cosa normale, fa parte della natura umana. Eppure si preferisce far finta che queste esigenze per noi non esistano. Da quando sono impegnata in questa battaglia, molte mamme e molte donne mi hanno raccontato le loro esperienze. So di madri che si trovano alle prese con figli ai quali devono risolvere loro il problema, e di donne che si sono ritrovate a pensare di dover pagare un uomo, ma poi non lo fanno perché si vergognano di dover raccontare agli altri che hanno questa esigenza. Perché ovviamente per noi è più difficile: se cammini con le tue gambe puoi anche andare in strada a cercarti una prostituta, anche se è una cosa che non dovrebbe fare nessuno per i motivi legati allo sfruttamento e alla tratta che tutti conosciamo. Ma se sei in carrozzina hai bisogno di qualcuno che ti accompagni, e ammesso che trovi il coraggio di farti accompagnare dai tuoi amici… beh, non passi mica inosservato».

Per questo Lorella lotta perché in Italia venga introdotta la figura degli assistenti sessuali. «Amare è un diritto, avere un assistente sessuale è un diritto riconosciuto in molti Paesi. Vorrei tanto che venisse riconosciuto anche in Italia, perché vorrebbe dire aiutare tante persone e tante famiglie. E farle sentire meno sole».

Fonte: ‘Vanity Fair’
http://m.vanityfair.it/news/italia/15/05/27/%C2%ABio,-disabile,-non-sono-asessuata%C2%BB

© Lorella Ronconi
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Informazioni su Lorella Ronconi

Freeway on my wheelchair, social branding influencer, content marketing management, poetessa per amore della mia vita. "Ruoto, scivolo, piroetto tra vanità e gambe frettolose, non trovo le mie orme, ma io ruoto, si, in un mondo fatto di passi . Je Roule #JeRouleAvecToi, #ionomivergogno, #iosonorara "Dopo tanta sofferenza provocatami dall’ignoranza delle persone riguardo la mia diversa abilità, dopo tanto sentirmi “mostro” e nascondermi all’altro, ecco che mi guardo allo specchio e mi sento Sirena. Se nella mia precedente raccolta di poesie (Je Roule, E.T.S., Pisa 2008) “ruotavo”, riferendomi al mio vivere in carrozzella e ripiegandomi sulla mia condizione, adesso promuovo me stessa accettandomi con grande amore, con nuova forza e rinnovata autostima. Ho cambiato pelle, ora “guizzo”: ora sono una Sirena. Entità leggendaria, metà donna e metà fantastica frequentatrice delle più remote profondità del mare, la Sirena nuota e si muove in energica sintonia con il suo mondo; osserva, accucciata sulla roccia, le navi e i marinai e comprende che non potrà mai correre sulla terra ferma tra quei “piedi guerrigli”, né essi potranno mai nuotare negli abissi profondi degli oceani. “Tra voi e me c’è una distanza incolmabile”, sembra dire la Sirena, guardando lontano; la tristezza può impadronirsi di lei ma il tuffo guizzante la rinvigorisce, le rinnova le forze, la fa risentire combattiva, “guerriglia”. Lei, la Sirena, ed io, Lorella, crediamo fermamente nell’uguaglianza dei diritti e nella grande, magnifica ricchezza delle differenti abilità. L’unicità e l’irripetibilità di ciascuno di noi ci fa naturalmente guadagnare il diritto di essere parimenti accettati nella nostra normalità”. Cav. Lorella Ronconi www.lorellaronconi.it @lorellaronconi https://www.facebook.com/lorellaronconietor?ref=hl Vedi tutti gli articoli di Lorella Ronconi

6 responses to “VANITY FAIR ARRIVA FINO A ME, SUL DIRITTO ALL:AFFETTIVITA/SESSUALITA’ DELLE PERSONE DIVERSAMENTE ABILI NON MOLLO

  • Lorella Ronconi

    Oltre quattro milioni di persone con disabilità in Italia (4,1, per la precisione), pari al 6,7% della popolazione. E’ questa la stima del Censis, che prevede tra l’altro un trend in crescita: “Nel 2020 – continua la nota dell’istituto di ricerca – arriveranno a 4,8 milioni (il 7,9% della popolazione) e raggiungeranno i 6,7 milioni nel 2040 (il 10,7%) Dati OCSE http://www.disabili.com/aiuto/articoli-qaiutoq/sono-4-1-milioni-i-disabili-in-italia-e-il-carico-dell-assistenza-e-sulle-famiglie) ma se aggiungiamo, familiari, figli, mariti/mogli e/o stretti parenti e minori di 18 anni (dati coperti per minore eta’) credo che i 13 mln si possano ampiamente superare. Il diritto alla felicità? Beh, è parte integrante della costituzione (Gladio Gemma
    Professore Ordinario di Diritto costituzionale. Universitá degli Studi di Modena e
    Reggio Emilia, ce lo spiega bene nel suo libro). Il suo commento è davvero offensivo, per me disabile, cognitiva e motoria, con capacità di scelta, ma soprattutto per tutti quei disabili che non possono scegliere, che sono allettati per malattie degenerative come la sla o la distrofia, si rende conto di quello che dice? Si è mai informato in tal senso? Si mette nei panni di un disabile? Beh, ci si metta per bene, vada a cercare i disabili e parli con loro, con le loro famiglie, entri nei centri diurni, nelle case famiglie? Ragiona come se fossimo animali, cose: se un disabile lo prova poi soffre? Ma cosa stiamo a dire?!!!?? Case chiuse pagate dallo Stato??? Dalla sua risposta si evince che non si è nemmeno informato un cincischino prima di rispondere, non ha nessuna idea – se non giudizio e pregiudizio – in merito.
    Lei forse non pratica? O non ci ha mai pensato? La libertà della scelta fa parte dei diritti, come, ripeto, quello di essere amati; scegliere si può solo se si hanno le possibilità per farlo, le condizioni, in mancanza di ciò trovo giusto, che ci siano figure preparate, a pagamento, che possano solleviare le pulsioni (meccaniche dei maschi) che accompagnano la vita di ogni persona.
    Mi dispiace leggere e sapere che ci sono persone che si cimentano con tale forza e negatività in argomenti del quale non hanno nessuna idea perchè non vissuti in prima persona.
    Le auguro di imparare ed amare di più.
    (c) Lorella Ronconi

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  • giobonvi

    E’ bello constatare che nel 2015 è stata abolita la distinzione tra sesso ed amore.
    Che l’amore si costruisca nel tempo è un concetto che mi trova pienamente d’accordo, dato che amare non è un’esigenza “corporale”.
    Il sesso che si costruisce nel tempo mi lascia un pò perplesso… il sesso è istinto, specialmente nel maschio. A noi maschi basta poco per “sentire il sesso”: un sedere, due mammelle formose, ammiccamenti… Non si costruisce il sesso, si soddisfa uno stimolo.
    Infatti, riguardo al sesso, ogni essere umano sa farlo (più o meno bene), ma per amare servono tante altre cose: cuore, mente, carattere, sentimenti quali rispetto e dedizione, ecc.
    Se persone sane hanno stimoli e sentimenti e riescono a soddisfarli con le proprie forze, perché non è altrettanto giusto riuscire a soddisfare gli stessi stimoli e sentimenti nelle persone “disabili”?
    Con quale criterio si può parlare di “trasformare gli ospedali in bordelli?”
    Qui si parla di creare un servizio ad hoc, mirato a formare personaggi che aiutino i pazienti “disabili” nel loro desiderio di soddisfazione fisica.
    Non capisco perché si parli di Costituzione, di persone sane con problemi con il sesso, andare in ospedale per fare sesso… prostituzione legalizzata… forse si sta perdendo di vista il concetto e lo spirito con cui è nato quest’articolo di Lorella Ronconi.
    O, forse, non è stata presa in considerazione questa realtà tragica e, purtroppo, vera che colpisce un grande numero di persone. 13 milioni non sono solo disabili ma comprendono i familiari e altri personaggi che gli girano intorno e che, in fin dei conti, devono assisterli e curarli condividendo totalmente la loro esistenza.
    Stupirsi perché una madre soddisfa un figlio totalmente inabile è, secondo me, vivere fuori dalla realtà. Perché non pensiamo, invece, al gesto d’amore che compie questa madre nei confronti del figlio? Oppure siamo di quelle persone che guai a parlare di sesso, il sesso si fa con la luce spenta e solo per procreare!!!
    Svegliamoci!!! Impariamo, invece, da paesi molto meno bigotti e più mentalmente liberi di noi.
    Inoltre, e questo è un consiglio che vale per tutti (anche per me!), cerchiamo di documentarci un pò di più e meglio prima di emettere sentenze. Diritto all’amore vuol dire, in questo caso, diritto per i “disabili” ad amare, cosa che oggi non hanno. Non c’entra niente creare anche un “diritto all’odio” o un “diritto alla felicità” o “diritto al sesso”… già noi “normali” li abbiamo questi diritti ed abbiamo anche una vita normale, senza menomazioni o malattie rare che costringono il corpo a non rispondere più conservando, però, gli istinti ed i sentimenti… come tutti gli esseri umani, fatti di carne ed anima.
    © Giobonvi

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  • emilianorizzo

    In Italia ci sono 13 milioni di disabili?! Mi sembrano un po’ troppi. Perché bisogna riprendere quello che fanno nei Paesi nordici? Quello che hai scritto sulle madri lo ritengo piuttosto grave. Non può esistere il diritto all’affettività. L’amore e il sesso sono cose che si costruiscono nel tempo, che capitano nel corso della vita, non è possibile trasformarle in un diritto sancito dalla Costituzione. Anche molte persone fisicamente perfette hanno dei problemi con il sesso, ma non è possibile andare in un ospedale per fare sesso con una “figura” preposta al caso. Vogliamo trasformare gli ospedali in bordelli? Quello che volete voi è la prostituzione legalizzata pagata dallo Stato. Io mi auguro che questa idea non passi mai. Mi metto nei panni di un disabile che ha voglia di fare sesso. Improvvisamente arriva una “figura” femminile che mi aiuta dal punto di vista sessuale (non si sa in quale modo). Avete considerato il caso in cui un disabile può anche innamorarsi di una figura del genere, che per la prima volta gli dà delle attenzioni? Potrebbe avere anche molti risvolti negativi, perché noi non siamo solo un corpo, ma abbiamo anche dei sentimenti, proviamo attaccamento verso le persone che ci stanno vicino, che ci accudiscono, che ci seguono. Quindi, staccare la sessualità dall’amore, per di più in persone già fragili e deboli, può essere devastante. Io non credo che voi abbiate considerato questi aspetti. Dovrebbe esistere la libertà per un disabile di conoscere e costruire un rapporto sentimentale, e anche sessuale se la situazione lo permette, con un’altra persona, ma non è possibile parlare di “diritto all’amore”, perché a questo punto dovrebbe esistere anche il “diritto all’odio”, “il diritto alla felicità”, “il diritto al sesso”, il diritto a qualsiasi cosa. Questo non è possibile. Forse si guarda troppa pornografia. Il problema credo che sia molto più complesso di una semplice “figura” sessuale per disabili…

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  • Daniele Del Casino

    è ora che se ne discuta seriamente

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  • Lorella Ronconi

    No, assolutamente, lo Stato non deve pagare niente ma riconoscere che ci sono persone che non possono autonomamente decidere di avere affetto, fidanzato, o ssesso semplicemente, perché sono in carrozzella, in stato di allettati .. o perché cognitivamente non riescono a realizzare la loro pollution. Sai bene che soprattutto per gli uomini la polluzione è una cosa meccanica, immagina un ragazzo completamente paralizzato a chi può chiedere di aiutarlo? Nell’Italia dell’invisibile sono le madri che spesso si sostituiscono alle donne per aiutare i loro figli, nel grande segreto di una famiglia o di un padre che esce di casa e fa finta di non sapere niente… quei momenti chissà che tragedia vivono quelle famiglie! La madre/ amante e il figlio che ha un bisogno r non ha nessun altro con cui parlarne o risolvere. Lavoro nel campo della disabilità e sono disabile anch’io, non hai idea di quanti siano questi casi… addirittura viene dato il bromuro, un inibitore della sessualità che veniva usato in tempi di consegna guerra agli uomini prima di andare militari, opposto del Viagra… spesso inibisce anche il cervello e i ragazzi disabili con il bromuro, pensa non riesco nemmeno ad acquisire le elementari forme di riabilitazione motoria… oltretutto il bromuro è vietato dalla legge. La Convenzione ONU ha promosso l’articolo 23 che parla del diritto alla famiglia e le persone disabili, lo stato in l’Italia ha firmato questa legge. In cinque paesi europei la figura professionale dell: l’assistente sessuale è equiparata alla nostra figura dell’assistente socio sanitario: perché allora anche in Italia non avere un corso di specializzazione?, Un socio educatore che può veramente essere a disposizione delle persone…. c’è una proposta di legge del Senato e una alla camera… io non sono d’accordo con la riapertura delle case chiuse, ma essendo disabile mi rendo conto che dal mio letto dalla mia carrozzella, se volessi per scelta avere un rapporto sessuale dovrei chiedere l’aiuto agli amici, ai miei genitori… e poi dove vanno a cercare lo sconosciuto a pagamento?, E magari potrebbe anche farmi del male… e allora perché non permettere ad una scuola, magari a pagamento, di formazione degli assistenti all’affetto, degli assistenti alka sessualità come nei paesi nordici! Li esistono da anni e lavorano all’interno addirittura delle strutture sanitarie per gli ospedali e case di riposo per le case famiglia. L’affettività fa parte della vita come la fame e la sete ed impedire ciò non mi sembra giusto. In Italia siamo 13 milioni, tantissimi! Tra famiglie e i disabili siamo davvero 13 milioni di persone invisibili. Senza poter avere il diritto di amare.

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  • emilianorizzo

    Non capisco. Lo Stato dovrebbe pagare delle persone preposte per fare sesso con i disabili? E chi dovrebbe formarle queste figure? Insomma una specie di prostituzione legalizzata pagata dai cittadini… Infine cosa significa questa frase “So di madri che si trovano alle prese con figli ai quali devono risolvere loro il problema”?

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