Archivi del mese: novembre 2015

FERRARA, MADRE RITIRA DALL’ASILO LA FIGLIA PERCHÈ L’INSEGNANTE È DISABILE E AFFERMA: “VOGLIO CHE MIA FIGLIA FREQUENTI L’ASILO NON UN CENTRO PER DISABILI!”

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LA STORIA DI CARLOTTA CHE DA CAGLIARI RISPONDE A QUELLA MADRE DI FERRARA CHE HA FATTO UN GESTO TERRIBILE CON PAROLE RAZZISTE, CARLOTTA LAVORA IN UN ASILO, È MOLTO PREPARATA ED È FELICE.

Carlotta, 20 anni, stupenda assistente ad una scuola per l’infanzia, affetta da sindrome di down, ma diplomata al liceo psicopedagogico , risponde dai media a quella madre che ha portato via dall’asilo sua figlia perché l’insegnante aveva la sua stessa patologia.

“Voglio che mia figlia frequenti un asilo, non un centro disabili”.
Una frase dura, perentoria, pronunciata di recente da una mamma di Ferrara che ha deciso di ritirare sua figlia da un asilo perché non venisse affidata a una maestra con la sindrome di Down, 36 anni, qualificata e impiegata in quell’istituto da 6 anni.

Carlotta Sanna, 20 anni, originaria di Quartu Sant’Elena, in provincia di Cagliari, a quella madre risponde così dalle pagine degli organi di informazione locali:
“Ogni mattina accolgo i bambini che arrivano e li aiuto a sistemare gli zaini negli armadietti. In sala mensa apparecchio, sparecchio e aiuto i più piccoli a mangiare, dopo averli assistiti nelle attività ricreative coi disegni e i colori. Due volte alla settimana mi occupo di attività di segreteria: rispondere al telefono, inviare email e fax, distribuire fotocopie nelle varie classi”.carlotta-sanna-maestra-down

Beh – ci si potrebbe chiedere – cosa c’è di eccezionale in tutto ciò?

Forse il fatto che Carlotta, proprio come quella maestra di Ferrara, è affetta dalla sindrome di Down.

Conseguita la maturità al liceo psicopedagogico di Cagliari con il massimo dei voti, la giovane -occhi azzurri, capelli biondo cenere, sorriso vispo e sguardo limpido -lavora da qualche tempo come assistente presso la scuola d’infanzia Sacro Cuore, dopo aver partecipato a un progetto regionale di inserimento professionale.

“Una assistente Down è perfettamente in grado di offrire ai bambini assistenza e affetto al pari di chiunque altro faccia questo mestiere”, spiega Carlotta Sanna.
“La mia collega di Ferrara è perfettamente in grado di svolgere i propri incarichi, e a quella madre dico solo che sta privando la figlia di una importante occasione di confronto e crescita“.

Tipa tosta, Carlotta, una che ha la competizione nel sangue, come ha dimostrato in occasione della medaglia d’oro nella ginnastica vinta ai Giochi Mondiali Special Olympics, andati in scena a Los Angeles lo scorso luglio.
carlotta-sanna-special-olympicsGinnasta dall’età di 8 anni, la ragazza racconta:

“Con mia madre, anche lei ex atleta, guardavamo assieme le gare internazionali in tv. Così ho iniziato ad allenarmi nella sua palestra di un tempo, con lo stesso allenatore. Essere arrivata fino in fondo ai Giochi Mondiali è stato come realizzare un sogno, ma anche vedere premiati anni di sacrificio e impegno. I miei risultati sono la prova che anche le persone con handicap possono dare un grande contributo alla società”.

Ma non finisce qui: l’attivissima Carlotta ha ancora altri sogni nel cassetto:

“Una mia grande passione è quella per il teatro. Ricordo l’emozione della prima volta sul palco, potrei decidere di studiare per diventare un’attrice”, rivela.
Ma la ginnastica resta il primo amore:

“Spero di affermarmi nel campo dello sport, per raggiungere una posizione che mi consenta di gestire al meglio la mia vita e quella dei miei familiari”.

Davvero una tipa tosta, questa Carlotta Sanna, non c’è che dire…

 

Fonte www.contactsrl.it


PARIGI, AL BATACLAN, IL 13 NOVEMBRE, UCCISE SENZA PIETA’ PERSONE DIVERSAMENTE ABILI NELL’AREA LORO RISERVATA PER IL CONCERTO

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Bataclan, i terroristi hanno sparato su disabili in carrozzina

Il fuoco dei terroristi islamici che hanno sfoderato i kalashnikov ha colpito anche i disabili che si trovavano in un’area riservata

PARIGI – Non hanno risparmiato nemmeno i disabili, il gruppo di spettatori in sedia a rotelle che assistevano al concerto degli Eagles of Death Metal da una zona con vista privilegiata sul palco, nella sala da concerto Bataclan di Parigi. Il fuoco dei terroristi islamici che hanno sfoderato i kalashnikov e hanno sparato contro la folla di giovani in festa ha colpito anche loro. A raccontare quella scena terribile è Helen Wilson, una sopravvissuta al massacro: “Sono entrati nella zona dove c’erano i ragazzi in sedia a rotelle e hanno iniziato a sparargli addosso”. Erano le 21:40 di venerdì, circa venti minuti dopo le prime sparatorie nella capitale francese. I terroristi sono scesi da una auto nera, hanno fatto irruzione nella sala da concerto quando l’aria si era riscaldata, tanto che molti spettatori lì per lì hanno pensato che gli spari facessero parte dello spettacolo. Solo in un secondo momento hanno capito quello che stava accadendo davvero. La band americana stava per attaccare “Kiss the Devil”, uno dei suoi più grandi successi, quando il batterista è stato sfiorato da dei proiettili. A quel punto si è reso conto di quello che stava accadendo e si è nascosto dietro la batteria. E così ha avuto inizio la mattanza. I terroristi hanno iniziato a sparare su tutti, senza risparmiare nessuno. I morti cadevano sui vivi, non riuscivano neppure a toccare terra tale era la calca. Alla fine 89 persone, tra cui molti giovani, sono usciti dalla sala da concerto dentro un telo bianco.

Fonte: www.blitzquotidiano.it


DIRIGENTE SPORTIVO CON SINDROME DI DOWN ALLONTANATO DALLA PANCHINA, DOPO LA PARTITA SQUALIFICATO IL PADRE, ALLENATORE, CHE CHIEDE SPIEGAZIONI AGLI ALBITRI

Ha la sindrome di down allontanato dalla panchina

Espulso per una giornata il padre allenatore. Matteo è la mascotte dell’Orbetello. Il ragazzo è stato tesserato come dirigente della società, poteva stare lì.

Matteo, il secondo da sinistra,...

Matteo, il secondo da sinistra, insieme alla squadra della Pallavolo Orbetello

ORBETELLO (GR).  A volte ci sono situazioni dove la sensibilità e la comprensione dovrebbero essere più importanti di certe norme e regole. Ma l’episodio che ha coinvolto l’allenatore di pallavolo di Orbetello Andrea Bartolini nella gara giocata con la sua squadra sabato scorso a Firenze, va al di là di ogni comprensione possibile.

Bartolini, prima che un allenatore è soprattutto un padre. È il genitore di Matteo, un ragazzo speciale di venti anni, meno fortunato di altri, che l’allenatore lagunare coinvolge sempre di più nella gestione della sua squadra di volley. Matteo è l’idolo dei ragazzi della squadra e lui si considera il loro allenatore. Per questo motivo da quattro anni Matteo segue il padre e la squadra in tutte le gare che gioca sia fuori che in casa. È un bell’esempio, di come lo sport serva come integrazione, soprattutto verso chi lo sport non lo può praticare. Ma a descrivere il tutto il suo dispiacere per l’espisodio che suo malgrado lo ha visto protagonista coach Andrea Bartolini, lo affida a Facebook.
«Chi mi conosce sa che non amo scrivere e alle parole preferisco la palestra e la piscina ma quello che mi è successo sabato sera è una cosa talmente vergognosa che merita di essere condivisa. Alleno squadre di pallavolo da 30 anni e da almeno quattro condivido la panchina con una persona speciale, mio figlio Matteo, il quale si ritiene il vero allenatore della squadra. Per farlo andare in panchina abbiamo chiesto alla federazione una deroga, ci è stato detto di tesserarlo come dirigente (cosa che abbiamo regolarmente fatto) e con questo tesseramento gli arbitri sicuramente non avrebbero fatto nessuna obiezione. Sabato, invece due personaggi hanno deciso che in panchina non poteva starci ed è stato fatto accomodare dietro la stessa insieme al medico e al personale addetto al pronto soccorso. Non vi potete immaginare lo stupore di Matteo che comunque da buon atleta ha accettato questa decisione a dir poco vergognosa. Alla fine della partita da noi persa meritatamente 3/0 mi sono permesso di dire agli arbitri che sicuramente alcune loro decisioni in momenti importanti non sono state a noi favorevoli ma che quello che hanno fatto nei confronti di Matteo meritava di essere raccontato a qualche giornale. Risultato di tutto questo mi trovo squalificato per una giornata (cosa sicuramente poco importante)».Bartolini poi si rivolge direttamente ai due direttori di gara. «Sicuramente diventerete dei bravissimi arbitri ma la vostra sensibilità nei confronti di chi ha qualche problema è pari a zero e questa cosa non si compra e non s’impara o ce l’hai o non ce l’hai. Grazie lo stesso anche per Matte».

Quello che però non racconta Bartolini è il brutto momento che ha vissuto Matteo, quando è stato allontanato dalla panchina, attenuato in parte da tutta la squadra che gli si è fatta intorno per consolarlo, ma che avrà bisogno di tempo per poterlo dimenticare. L’allenatore comunque ha deciso di chiudere qui questa brutta pagina di sport. Non ha fatto denuncia alla Federazione italiana volley. Ma l’amarezza è stata davvero tanta.

di Massimo Galletti 

From: www.1sport.it


SE DECIDI DI AMARE UNA COME ME

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Se decidi di amare una come me, scegli di amarla forte. Perchè una come me non si accontenta più. Una come me, che ha imparato a stare da sola senza, per forza, cercare un qualunque rapporto di circostanza, se sceglie te è perchè è te che vuole, te e nessun altro. Non sevono favole, promesse e gesti eclatanti ad una come me, perchè una come me preferisce: “L’essere incasinati ma pur sempre innamorati”, che un illusorio: “E vissero per sempre felici e contenti” . Anonimo.


PARIGI SOTTO ATTACCO TERRORISTICO, NON FACCIAMOCI INTIMIDIRE, LA PAURA FA SOLO IL LORO GIOCO

Leggo solo ora dei fatti di #Parigi. Ho sempre sostenuto che dire che c’è una guerra in corso sia una assurdità. Ora, non ne sono più certa

#BREAKING – #ParisAttacks police authorities have put the latest death toll at 140.
https://t.co/ym1PrRSPvP #ParisAttacks https://t.co/1AeY8ajDQc https://t.co/ym1PrRSPvP #ParisAttacks https://t.co/1AeY8ajDQc
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#Parigisottoattacco, sette attacchi in zone differenti della città, un relistorante un teatro con persone innocenti che assistevano ad un concerto, lo stadio mentre c’era la partita, pieno di famiglie e bambini, facile uccidere chi non c’entra eh?!?? Facile rifarsela con il popolo che ignaro ha la colpa di essere vivo… Facile essere codardi.

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#nonhopaura , non mi fanno paura sono una #partigianadellavita.
Non cediamo a paura, non facciamo il loro gioco, poca pubblicità e molto coraggio e fierezza, la Speranza e la Pace ci salveranno se davvero ci impegneremo tutti , nessuno escluso.
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DANIELE DEL CASINO RECENSISCE JE ROULE E IL MIO VOLUME ARRIVA CINQUE STELLE, SONO PIACEVOLMENTE, FELICEMENTE SORPRESA!

UNA VERA SORPRESA GIRARE PER IL WEB E SCOPRIRE CHE LA BELLISSIMA RECENSIONE DI DANIELE DEL CASINO SU CIAO.IT HA FATTO SI CHE LA RISTAMPA DEL VOLUME DI POESIE, JE ROULE, ARRIVA A GUADAGNARE CINQUE STELLE, MA CHE GIOIA!

Fotografie per Je roule (Lorella Ronconi)
Daniele
Je roule (Lorella Ronconi)

“Non so perché ma spesso ho sentito associare le poesie a momenti autunnali, magari piovosi, chiusi in una stanza. Ecco, giusto per andare controcorrente ho deciso di leggermi, anzi ri-leggermi le prime poesie di Lorella Ronconi in estate e al mare, con il rumore delle onde in sottofondo e lontano dal becerio che ahimè troppo spesso può arrivare in una spiaggia.

In precedenza avevo già scritto sull’altra raccolta di Lorella Ronconi, “Sirena guerriglia”, e non avevo avuto modo di leggere “Je roule” in quanto il volume era esaurito: adesso, grazie ad una ristampa è tornata disponibile, così da farci scoprire i primi versi di questa poetessa, in cui si racconta e mette a nudo i suoi intimi pensieri.

Eccoci noi Centauri senza meta a metà tra cielo e terra

Pubblicata dalle edizioni ETS di Pisa, la raccolta si compone di 22 poesie e viene aperta dalle pagine di una ricca nota biografica, tratta dal suo sito web, che illustra la sua travagliata storia condizionata da una terribile malattia, che ha minato il suo fisico ma non la sua tempra, resa ancor più viva da queste poesie.
Pubblicata per la prima volta nel 2007, presto la raccolta è andata esaurita ma è tornata disponibile alla fine del 2014 grazie ad una nuova ristampa, richiesta a gran voce dai molti ammiratori della Ronconi.

La raccolta è composta dalle seguenti poesie:

Centauri

Per Fata con Favola

Brucia la voglia di vivere

L’incompiuto di me

Je roule

L’ultimo momento

Mio figlio

Stella d’oriente

Pensieri di una luna

Uno scoglio e un’onda

Nuda

Quella casa lontana

Notte

Un desiderio a metà

Nessuna reazione

Ti ho chiamato nella notte

Esta te

Per sempre

04.12.1992

Un medico amico

Un canto di usignolo

Perfetta

Impressioni personali

Dopo aver letto “Sirena Guerriglia” aspiravo ad avere anche questa raccolta, leggere le prime poesie di Lorella Ronconi era diventato quasi un bisogno, che ho soddisfatto quando ho ricevuto dalle sue stesse mani il volumetto con mio sommo piacere.
Le poesie di Lorella Ronconi sono riuscite a donarmi concentrazione e serenità, dove specialmente per motivi personali venivano a mancare, grazie ai loro versi che gridano alla vita, a quella vita spesso troppo difficile e amara in queste poesie descritta, eppure amata senza riserve dall’autrice.
Difficile non apprezzarle tutte, ma tra esse sono rimasto particolarmente colpito da “Centauri”, la prima composizione, “L’ultimo momento”, “Un desiderio a metà” e “Perfetta”: poesie dove ci si può sentire accanto a Lorella Ronconi, essere partecipi delle sue sensazioni, pur nel minimale stato del pensiero condiviso, che per quanto forte è lontano dalla sofferenza fisica e spirituale che l’autrice sente e riversa nei suoi intensi versi.
Non vi consiglio le poesie di Lorella Ronconi: ve le raccomando, perché sono una cura per la mente, che troppo spesso tralasciamo in favore della cura per il corpo.
Curiamo la presunzione, l’insicurezza, la scarsa visione di pensiero con la poesia, con le sue poesie: vi sentirete migliori, ve lo posso assicurare.

Buona lettura!

Al solito mi riserbo di usare la qui presente opinione su altri spazi web, in quanto frutto unico e appassionato del mio personale lavoro

Daniele

Leggi la recensione direttamente dal sito www.ciao.it

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REBECCA KING, GIOVANE SORDA, DALLA SUA MACCHINA ORDINA AL DRIVE-THROUGH DI STARBUKS E LE RISPONDE LA CAMERIERA CON IL L.I.S.

E’ successo a S. Augustine, in Florida, una ragazza non ordina il cibo dalla sua auto da Starbuks e con sorpresa la cameriera le risponde con il linguaggio dei segni.  

“Ciao. Benvenuto a Starbucks. Cosa possiamo fare per voi per iniziare la giornata?”. Rebecca King, nonudente, rimane in silenzio, seduta nella sua macchina, all’interno del drive-through, dove è possibile essere serviti senza scendere dall’auto. Non può rispondere a quella voce che la invita ad ordinare. Poi qualcosa di inaspettato accade: sullo schermo di fronte a lei, dove sono posizionati gli altoparlanti, appare una dipendente che le parla con il linguaggio dei segni.giovane-sordo-muta-ordina-da-starbucks-la-sorprendente-risposta-della-dipendente-video

St. Augustine, in Florida, Rebecca King, giovane , ordina al drive-through di Starbucks e riceve una grande sorpresa. Non potendo parlare di fronte alla ragazza che appariva sullo schermo e che le chiedeva cosa potessero fare per lei si è iniziata ad esprimere a gesti, e con grande stupore per Rebecca la cameriera le ha risposto con il linguaggio dei segni.
Rebecca pronta ha fatto un video con il suo cellulare di quella insperata conversazione e lo ha postato su Facebook, dove in poco tempo ha raggiunto più di otto milioni di visualizzazioni.
La dipendente del locale, Katie Wyble, ha 22 anni e una forte passione per il linguaggio dei segni: «Sono così felice di aver aiutato la comunità dei Sordi ad esporsi e sono contenta di poter utilizzare la mia seconda lingua per aiutarli».
La speranza ora è che il successo di questo gesto possa portare le grandi aziende a offrire un servizio simile per tutti i loro clienti, senza barriere, di qualunque genere.

Ilaria Betti, L’Huffington Post

“Starbucks! Ecco di cosa sto parlando! Condividete. Possiamo cambiare il mondo!”: con queste parole la giovane ha condiviso il filmato sulla pagina del social network.
Katie si augura che altre aziende seguano l’esempio di Starbucks: “Facciamo tutto questo per portare il servizio ai clienti su un altro livello – ha affermato all’Action News Jax -. Spero che il successo di questo gesto possa invitare le persone a pensare a cosa potrebbero fare davvero per aiutare gli altri”.

VALENTINA “CETRIX”, LA RAGAZZA CHE NON CEDE ALLA NEUROFIBROMATOSI, LEI COMBATTE “GUERRE” QUOTIDIANE CONTRO I TUMORI NEL SUO CORPO, SORRIDENDO ALLA SUA VITA CON REGALE DETERMINAZIONE

Valentina “Cetriolina Canaglia”, detta Cetrix, è il nick di una stupenda ragazza di 29 anni che ho conosciuto su Facebook, un incontro fotonico con una donna veramente stupenda, di meravigliose ed eccezionali intelligenza, ironia e determinazione, una storia ed una vita che non possono essere taciute, ma, anzi, incontrate.

Valentina è affetta da una gravissima, crudele, malattia rara: la neurofibromatosi, una patologia oncologica degenerativa, che a tutt’oggi non ha cura, solo una escalation di interventi chirurgici, per contrastare i tumori che non smettono di riproporsi in continuazione, una assurda patologia fatta da sofferenze e viaggi, non certo turistici, di ospedale in ospedale, alla ricerca di una “sosta” al riapparire dell’ennesimo cancro, che come dice lei: “Occupa senza permesso il mio corpo”.
Una “combattente” vera che convive quotidianamente con una delle peggiori malattie, una persona che non ha mai perso la voglia di vivere, ma che, anzi, ama la sua vita a tal punto che se dovesse scegliere tra il guarire e rimanere come è preferirebbe restare “nel suo stato” perchè è grazie al cammino percorso che “Valentina è ciò che è adesso”.

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Ecco Valentina cosa racconta di se, leggiamo e riflettiamo un momento sul ciò che ha consistenza nel quotidiano e su ciò che ci propone il bieco marketing commerciale come tipologia di donna perfetta, io trovo che la perfezione sia estremamente  più vicina a lei.

“CARA LORELLA, NON E’ FACILE SPIEGARE IN POCHE RIGHE 29 ANNI D LOTTE CONTINUE MA CI PROVERÒ! MI CHIAMO VALENTINA GLI AMICI MI CHIAMANO CETRIX SONO NATA IL 9 FEBBRAIO 1987 A LEGNANO.
ABITO IN UN PAESINO IN PROVINCIA DI MILANO, ALLORA NON ERA UN GRAN CHE LA CONOSCENZA DEI DOTTORI NELLE MALATTIE RARE INFATTI È STATA DURA CAPIRE COSA MI STESSE CAPITANDO, FINO AI 13 MESI ERANO CONTINUE BRONCHITI, POLMONITI E BRONCOPOLMONITI NIENTE CHE LASCIASSE PENSARE A QUALCOSA DI GRAVE MA POI É ARRIVATA LA DIAGNOSI: NEUROFIBROMATOSI, UNA PATOLOGIA ONCOLOGICA DEGENERATIVA INCURABILE, DA QUEL MOMENTO E’ STATO UN CONTINUO CERCARE OSPEDALI CHE POTESSERO AIUTARMI.
SIAMO ARRIVATI IN SVIZZERA, BOLOGNA, VICENZA, MODENA, PAVIA, MILANO ALL’ETÀ DI 9 ANNI HO COMINCIATO A SUBIRE INTERVENTI CHIRURGICI A SCHIENA E TORACE: FIN’ORA HO SUBITO 22 INTERVENTI E SONO IN ATTESA D FARNE ALTRI.
HO UN POLMONE CHE HA SMESSO D FUNZIONARE PER LA DEFORMAZIONE AL TORACE E SCHIENA, HO VARI TUMORI CHE OCCUPANO SENZA PERMESSO IL MIO CERVELLO, IL MIO MIDOLLO, LE MIE OSSA, IL MIO POLMONE, LA MIA GOLA, LA MIA BOCCA E TANTI ALTRI ORGANI!
HO RECENTEMENTE PRESO UN INFEZIONE IN OSPEDALE E DI CONSEGUENZA HO SUBITO L’ASPORTAZIONE DELL’OCCHIO SINISTRO, HO PERSO PARTE DELL’UDITO A SINISTRA, PERCHE’ I BATTERI HANNO MANGIATO IL SETTO NASALE E ANCHE IL NASO!
PER MUOVERMI DEVO USARE LA CARROZZINA PERCHÉ HO L’ATROFIA MUSCOLARE TREMORI DOVUTI A DANNO CEREBRALE PER IL  TUMORE, LE SCARICHE ELETTRICHE ALLE GAMBE MI FANNO CADERE QUINDI USO LA CARROZZINA PER USCIRE E IL BASTONE PER PICCOLI TRAGITTI.
LA MIA VITA È MOLTO DURA E A VOLTE EMOTIVAMENTE STANCANTE SOPRATTUTTO QUANDO TROVI DOTTORI CHE NON CREDONO ALLA TUA SOFFERENZA PERCHÉ NON MI VEDONO COME UNA PERSONA MA SOLO COME UN NUMERO, PARLANO STATISTICAMENTE E ALLORA LE BARRIERE DIVENTANO DUE: LA MALATTIA E LE DIFFICOLTÀ CHE I DOTTORI TI REGALANO.
IO NON DICO CHE SIA FACILE FARE LA MIA VITA E CHE TUTTO SIA YUPPIE YIPPI MA NON POSSO NEANCHE DIRE CHE TUTTO FA SCHIFO, IO AMO LA MIA VITA, SE DOVESSI SCEGLIERE TRA GUARIRE O TENERE TUTTO COSÌ PREFERISCO TENERMI TUTTO, PERCHÉ E’ GRAZIE ALLA MALATTIA CHE SONO LA PERSONA CHE SONO DIVENTATA FORTE, SENSIBILE ALLA SOFFERENZA ALTRUI E AUTOIRONICA E IRONICA, SOPRATTUTTO NEL MOMENTO PEGGIORE!
DA QUANDO SONO PICCOLA CHE HO IMPARATO CHE LA BABBA-THERAPY AIUTA TANTISSIMO, GRAZIE A QUESTO QUANDO LA SITUAZIONE È NERA ORA RIESCO A TROVARE L’ANGOLINO DI COLORE!
VALENTINA
Valentina, incredibile Cetrix, una ragazza, bella ma talmente bella e forte da abbagliare con la sua luce tutti i quotidiani targettizzati dagli spot che i media ci propongono, Valentina così bella da essere davanti a noi “Regina” con la maiuscola, regina vestita da regale dignità, vincente, lottatrice che illumina le persone che incontra, anche attraverso la rete, quanto vorrei che il mondo fosse pieno di persone con questa meravigliosa forza e positività! Cetrix è davvero speciale, andate a salutarla se passate dalla rete, attenzione però, la pietà non è gradita, la pietà pelosa lasciamola nella differenziata.

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