Archivi del mese: febbraio 2016

OFFESA DA CHI MI DICE CHE SONO “SEMPRE FUORI, IN GIRO”. 3 ORE SEDUTA SU CARROZZELLA ALTERNATE AL LETTO, NON E’ IL MASSIMO, VE LO DICO.

Questionari ovunque, mi sento satura. Vorrei scuotere il “mondo” degli amici e conoscenti con un questionario differente: il mio. Dato che molti continuano a ripetermi, o a credere, che io sia sempre in giro, vediamo tra tutti, chi conosce i miei orari. In quali sono alzata e quelli da riposo improrogabile. ^_^

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Una foto della mia quotidianità. Rilancio, si, mi sento offesa ogni volta che le persone mi dicono “in giro, da ogni parte, ad ogni ora”. C’è chi lo  ha anche detto in modo forte, sostenendo seriamente che non ho bisogno di fisioterapia domiciliare, anzi, nemmeno di fisioterapia, perchè son cronica e girona. Aprirei mille discorsi su ciò, ma il dato di fatto è che vivo solo poche ore seduta in carrozzella, alternate a molte sdraiata. Si, chiunque pensi che “sono sempre a giro” è solo una persona che non mi ha mai guardata bene, non mi ha “vista”. Applausi a me, sono una brava illusionista, se tanti mi credono  “onnipresente”

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Per tutti coloro che non lo sanno ancora, ecco i miei orari dai quali non posso sgattaiolare via: alzata 10-13; 15-18; 21-23; “a giro” 11-12:45; 15:30-17:30; 21:15-23 (con uno scarto di + o – 15 minuti, il + vale soprattutto la sera). Salvo condizioni meteo che influiscono sull’uscita . Grazie Stefania Giansanti, per essertelo ricordato 😀 !

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Scritto da © Lorella Ronconi

 


“USCIAMO DAL BOZZOLO”, LA CASA EDITRICE PER BAMBINI GESTITA DALLE PERSONE DIVERSAMENTE ABILI

“Ecco la nostra rivoluzione culturale”. E’ nata nel quartiere della Magliana, a Roma, grazie all’associazione La lampada dei desideri. Quattro i disabili impiegati all’interno dell’azienda, affiancati da tre professionisti a partita Iva. Uno dei ragazzi coinvolti: “Sono su una sedia a rotelle, ma non sono stupido. Dovete tener conto del mio lavoro di autore”


BAMBINA MIA, I MIEI DONI SONO LA FOLLIA, IL CORAGGIO, L’IRREQUIETEZZA, UNO SGUARDO CURIOSO, LA TENACIA DELLE FORMICHE, UN NASO DOTATO DI MEMORIA, UNA BOCCA CHE SORRIDA

IMG_13-11-01_01-53-02[1]…“Bambina,” cominciò Milagros con la solennità di una sacerdotessa, “i miei doni sono la follia, il coraggio, l’ambizione e l’irrequietezza. La fortuna degli amori e il delirio della solitudine. Il gusto per le comete, per l’acqua e per gli uomini. Desidero per te intelligenza e ingegno. Uno sguardo curioso, un naso dotato di memoria, una bocca che sorrida e maledica con precisione divina, gambe che non invecchino, un pianto in grado di restituirti la fierezza. Ti auguro di avere il senso del tempo che hanno le stelle, la tenacia delle formiche, il dubbio dei templi. Spero tu abbia fede negli auguri, nella voce dei morti, nella bocca degli avventurieri, nella pace degli uomini che dimenticano il proprio destino, nella forza dei tuoi ricordi e nel futuro come promessa che contiene tutto ciò che non ti è ancora accaduto. Amen.”

ANGELES MASTRETTA

10 righe da pagina 21

MALE D’AMORE
FELTRINELLI


DOPO LA GENERAZIONE DEL TELECOMANDO ARRIVA QUELLA DELL’AMICIZIA “VERA” VIA APP

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HO TROVATO QUESTO FANTASTICO POST SU FACEBOOK, MI HA IMMEDIATAMENTE COLPITA PERCHE’ HO TROVATO QUALCUNO CHE LA PENSA COME ME.

Io sono letteralmente imbufalita per questo. Come disabile vivo maggiormente questa ‘nuova era’ dell’affetto. Se per da verso fruisco della rete per ‘uscire’ di casa e ‘conoscere’ il mondo, dall’altra mi ritrovo ancora più sola, perché le persone si sentono ‘in pace’ con un like, o un messaggio su una W.A. che delega l’impegno di alzare la cornetta e fermarsi, un pò, che delega il muoversi , la fatica di venire ad abbracciare dal vivo.

E’ molto facile, se prima il telecomando ci ha fatto capire quanta fatica facevamo ad alzarci dal divano e cambiare i canali, adesso internet e i telefoni con le apps social, ci hanno illuminato sulla ancor più grande fatica di avere e mantenere una relazione di amicizia dal vivo.

È l’era dei sentimenti delegati, è l’era dell’indifferenza camuffata da ‘conoscenza’… : “In fondo che c’è di male se al ristorante con te sto sul mio smartphone? Sto solo cercando di capire, conoscere su Wikipedia? Sto solo’ aiutando ‘ un’ amico ‘ (mai visto) via Messenger.. Sto solo taggando la foto di ciò che abbiamo mangiato tesoro!”

Scritto con WordPress per Android da © Lorella Ronconi


TORINO, “CHI NON CAMMINA, VOLA!” ONLUS INTERVISTA LORELLA RONCONI

Un grande onore essere contattata e intervistata dalla Onlus,“Chi non cammina, vola!” di Torino, una associazione nata nel 2013 con l’obiettivo di promuovere l’integrazione sociale per le persone diversamente abili, bravi ragazzi, un piacere incontrarvi!

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Intervista a Lorella Ronconi, poetessa, artista, attivista in campo sociale, Lorella Ronconi si racconta in questa bellissima intervista.

Chi non cammina, vola –  Lei è affetta/o da… vuole dirci cosa comporta la sua patologia?

Lorella – Ho una patologia rarissima genetica ossea, pseudoacondroplasia, colpisce un bambino ogni 60 mila, si conclama intorno ai 18 mesi e consiste nel non avere il genoma che crea la cartilagine articolare. Tra l’altro, ho cinquantatré anni, nell’anno della prima sperimentazione del vaccino orale (Sebin) contro il vaiolo, mi fu somministrato con il morbillo e la febbre altissima, ma eravamo nel ’64 e nessuno sapeva nulla delle conseguenze, per farla breve,  la malattia è degenerata in modo forte. Essa inoltre, porta in età matura a una scoliosi, fratture dei femori, distaccamento di tutte le articolazioni, è molto dolorosa. Nel ’91 ho avuto una riduzione delle due scoliosi, stavo per morire per fuoriuscita di midollo spinale, mi hanno messo (a Marsiglia) due barre di acciaio attraverso un intervento sperimentale, nella colonna, ho avuto una paralisi (emiplegia) ma mi è stata salvata la vita.

Chi non cammina, vola – Come si convive con essa?

Lorella – Con esse direi, giacché adesso vivo in carrozzella per la paralisi, le ossa del bacino rotte e la malattia genetica, paradossalmente sono due disabilità, la malattia genetica e la paralisi e le doppie difficoltà di salute e di autonomia, che esse comportano. Ho avuto l’intervento nel ’91, fino a 29 anni vivevo con una altezza di 120 cm, psicologicamente forte, dati i retaggi culturali, oltre i dolori atroci che le ossa infiammate, con le fratture  spontanee improvvise mi provocavano. Dopo, in carrozzella, forse, a livello psicologico ho vissuto “una normalità”, ma è sempre difficile essere un metro e venti, anche in carrozzella, i protesici e i software strumentali medici non sono tarati per altezze come le mie.  Amo adesso la mia differenza e ciò che sono, ma non posso negare la sofferenza fisica che questa mia malattia comporta.

Chi non cammina, vola – Cosa o chi l’ha aiutata ad accettare la sua patologia?

Lorella – Domanda difficile, sono vissuta con essa “cresciuta” nelle corsie di ospedale, tra esperimenti medici, l’accettazione è venuta via via con l’età, comunque devo ringraziare i miei genitori che non mi hanno mai detto “poverina” spronandomi e scuotendomi, in merito alle istituzioni, la mia maestra che mi ha accettato in una classe di normodotati (faccio presente che sono stata una delle prime bambine a essere inserite in una  scuola “normale” nel ’68 quando ci fu la riforma e furono bandite le scuole differenziali per disabili), in ultimo … i miei amici che mi hanno difesa, cresciuta, trattata come persona e mai come disabile.

Chi non cammina, vola – Lei occupa un posto di rilievo in società, ha avuto difficoltà a raggiungere i suoi obiettivi? Di che tipo?

Lorella – Non so se occupo un posto di rilievo nella società, non credo, sono solo una persona molto malata, figlia unica con genitori anziani e disabili, vado avanti solo grazie ai contributi sociali della regione Toscana, Vita Indipendente, che mi permettono di pagare una tata che mi assista a casa. Il mio impegno civile e sociale per le persone diversamente abili è solo una parte del mio carattere, il metterci la faccia credo che sia un dovere primario di ogni persona verso chi ha bisogno. Sono tenace, testa dura, amo la vita e nonostante la malattia cerco di “volare” per cercare la libertà, per me e per gli altri.

Chi non cammina, vola – Cosa rappresenta per lei il suo lavoro?

Lorella – Il mio impegno, magari fosse un lavoro retribuito :D , è “la carota” che mi permette di resistere, andare avanti, che mi “libera” dalla prigionia che il mio stato mi impone.

Chi non cammina, vola –  Lei pensa che la condizione dei disabili in Italia sia migliorata negli anni?

Lorella – Ovviamente si, rispetto al 1968, appunto, anno in cui l’Italia si è avviata verso l’integrazione nelle scuole delle persone con disabilità molto è cambiato, ne sono testimone io stessa… ma… ma… se devo essere sincera, il cambiamento non è stato tanto quanto in questi (quasi) 50 anni avrebbe dovuto. Ci siamo evoluti in tanti campi nel nostro stato, ma le persone diversamente abili (e soprattutto le donne) ancora sono invisibili per certi versi. Stereotipi, tabù, luoghi comuni, ci vedono ancora eterni bambini, eterei, inconsistenti. Non v’è nell’immaginario collettivo la presa di coscienza che siamo pil, che consumiamo, che compriamo, che viaggiamo, che abbiamo sentimenti e magari aspiriamo anche alla famiglia, tanti impegni politici per le unioni civili, ma nelle agende di governo ci sono le voci “disabili”? Nessuno ha pensato che anche noi potremmo avere figli, o adottare… La vita indipendente, l’autonomia, le barriere architettoniche… i costruttori edilizi, gli architetti, i geometri, hanno idea che devono rispettare le normative? I controlli? Nulla di nulla. Abbiamo la Convenzione Onu sulle Persone con Disabilità. Del 2006 firmata, ratificata dall’Italia  nel 2009, come legge dello stato, mai applicata, su e per nulla. Si, ritengo che siamo ancora molto indietro.

Chi non cammina, vola –  Crede che ormai non ci sia più la paura del diverso o ancora persiste insieme al pregiudizio?

Lorella – Io credo che il pregiudizio esista eccome, soprattutto per le persone disabili, la paura è data dalla non conoscenza, non ci conoscono, per forza, siamo invisibili, prima di tutto allo Stato nel quale siamo cittadini, è scritto nella Costituzione! I retaggi, come dicevo prima, i tabù ci relegano dietro le tapparelle, come se fossimo scherzi della natura. Se si parla di affettività, di sessualità, anche senza arrivare lontani, basta pensare ai consultori, agli ambulatori ginecologici, mai a norma, mai che ci sia l’intelligenza di pensare alle donne disabili che hanno lo stesso bisogno di controlli sanitari o magari avere un figlio.  L’accompagnatore? Deve essere per “forza” un badante, una persona volontaria, il pre-giudizio fa si che non si arrivi a pensare che invece potrebbe essere un fidanzato, una fidanzata, un amico/a.

Chi non cammina, vola – Come sono cambiati i disabili secondo lei negli anni? Come si percepiscono e come percepiscono gli altri ovvero i “ normodotati “ ?

Lorella – Le persone diversamente abili certamente si sono evolute, grazie ad Intenet, noi qui ne siamo la prova, non ci siamo incontrati fisicamente eppure siamo arrivati a conoscere la nostra esistenza, scambiarci informazioni ed esperienze, questo è fantastico!!! Stiamo guardando i “normodotati” talvolta con invidia, altre con paura, con spirito di sottomissione, non ci mettiamo abbastanza la faccia, secondo me una piccola parte del nostro isolamento culturale è dato proprio da “noi” disabili  (non amo il “noi “ e “voi”) che preferiamo non farci coinvolgere in prima persona per paura di… perdere privilegi, la pensione, vergogna, essere ridicolizzati…? Non so, a volte sono stanca del mio impegno, perché mi ritrovo sola, senza altre persone come me , che credono, lottano e si impegnano… Pochi  capaci di lavorare in rete, guardiamo gli animalisti, ed io sono tra loro, sono riusciti a far entrare gli animali  nei ristoranti, noi ancora no… non siamo stati capaci di aggregarci tutti insieme per togliere gli scalini… e siamo 3 milioni in Italia, il 5% della popolazione, non è poco.

Chi non cammina, vola – Ai giovani disabili che come lei vogliono realizzarsi nel mondo dell’arte cosa consiglia di fare?

Lorella – Di sognare, credere, osare, mai mollare, i sogni si avverano talvolta se si perseguono con forza e determinazione, se ce l’ho fatta io che sono piccola, malatissima, vecchia e assai povera, perché non possono farcela dei giovani ? Osate!

Chi non cammina, vola –  Ha un consiglio da dare ai genitori di ragazzi disabili che hanno paura per il futuro dei loro figli?

Lorella – Prima di tutto di non vergognarsi né di sentirsi “in colpa” la colpa non è di nessuno, la vergogna? Sentimento ricorrente, dovrebbero avercela coloro che fanno del male. Genitori, non piangetevi addosso, aprite le finestre delle vostre case e siate orgogliosi della persona che avete generato, aiutatela, sostenetela, mai vizi e soprattutto andate a cercare associazioni di genitori che hanno bambini con diverse abilità, insieme per andare avanti, scoprire percorsi nuovi, creare il presente e vivere un futuro migliore.

Chi non cammina, vola –  Quale è il suo film tematico o no preferito?

Lorella – Amo il cinema non “da cassetta” stile apocalittico o cinepanettonistico… Il cinema d’essai, quello che fa pensare e ragionare, il mio film preferito è “Il viaggio della sposa” di Sergio Rubini.

Chi non cammina, vola – Quale è il suo libro tematico o no preferito?

Lorella – Il mio libro è Marcovaldo, di Italo Calvino, adoro letteralmente Calvino, un genio secondo me. Amo le poesie, la narrativa, la prosa, anche quella un po’ matta, ci deve essere l’ironia dentro, “I Cammellini” di Filippo Martinez ( scrittore, regista contemporaneo) è l’ultimo libro che ho letto.

Chi non cammina, vola –  Cosa non dovrebbe mai fare una persona disabile?

Lorella – Chiudersi in casa, compiangersi, non avvalersi dell’aiuto/sostegno di servizi sociali, psicologi, psichiatri, per crescere, vincere le “mancanze” oggettive, che la malattia/incidente causa, escludersi dal mondo, pensare che non ci sono soluzioni: una soluzione c’è sempre.

Chi non cammina, vola –  Cosa invece dovrebbe sempre fare una persona disabile?

Lorella – Esattamente il contrario di quello che ho scritto sopra, oltre che guardarsi allo specchio e dirsi: io mi voglio bene!

From: Chi non cammina, vola


GUARDAMI NEGLI OCCHI, PLEASE!

POSIZIONATE LO SGUARDO NEI MIEI OCCHI INVECE CHE SULLA CARROZZELLA

IO SONO PERSONA, PERSONA DIFFERENTE, DIVERSA DA CHIUNQUE ALTRO, COME CHIUNQUE ALTRO.
QUANDO COMINCEREMO AD INQUADRARE LA PERSONA E RICALCOLARE I PARAMETRI POPULISTICI DEI TARGET IN MERITO?

Sono una persona diversamente abile dalla nascita, da oltre venti anni lavoro e mi impegno per il superamento delle barriere architettoniche e culturali, per i diritti delle persone disabili, per migliorare la qualità della vita.
Questi scatti regalati e montati da una amica, Maria Vittoria, abile fotografa, per dimostrare che la disabilità NON E’ SOLO TRISTEZZA, ASESSUALITA’, BRUTTEZZA, PIETA’ o roba simile, come stereotipo vuole.
La disabilità è DIVERSITA’, CIOE’ DIFFERENZA!
Nella differenza si può anche puntare l’obiettivo anche sulla bellezza!
I media puntano spesso il dito sulla “parte differente”, quella “brutta”… strumentalizzando una difficoltà, provocando sensi di colpa, aumentando la lontananza tra le persone “normali” da quelle “non normali”.
IO SONO PERSONA. PERSONA DIFFERENTE…DIVERSA DA CHIUNQUE ALTRO.
Sono Lorella e desidero che si COMINCI AD INQUADRARE LA BELLEZZA, ciò che ho di “uguale” con gli esseri umani della terra.
Credo che ogni persona debba impegnarsi, attraverso le proprie specificità, i propri doni, nel miglioramento della qualità del mondo intero.
Vivere per migliorare, l’ambiente, per aiutare le persone… salvaguardare i loro diritti, non può (nè deve) essere solo prerogativa di chi ha il problema, o solo di chi è stato eletto a ciò.
Ognuno con il suo operato, pacifico e civile, deve sentirsi chiamato ad essere fattivo!
Credo nella goccia del mare… nella luce di una candela che, se unita ad altre deboli infinità…possa riuscire ad accendere tutte le notti buie, delle anime sofferenti, del mondo.
Lorella Ronconi

Foto e video di Maria Vittoria Peccatori


TASSA SUGLI ASCENSORI? PENALIZZATI COME SEMPRE I DISABILI

Un nuovo decreto di governo sulla sicurezza per gli ascensori verrà applicato, se si, sarà una grande ingiustizia sociale per tutti gli italiani che vivono in condomini con ascensori, che hanno un ascensore in casa, non si tratta di pensare a chi ha più possibilità economiche o meno, ma si tratta di autonomia!

Tutte le persone diversamente abili, gli anziani che abitano in case con ascensore o in condomini potranno pagare? E chi avra’ bisogno di un ascensore…? Certamente gli altri condomini non saranno motivati ad autorizzare, visti i costi improponibili che lieviteranno se il decreto verrà attuato.

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Tassa sugli ascensori, il botta e risposta tra Confediliza e Mise

Secondo l’associazione, una nuova norma sugli obblighi di verifiche straordinari sugli ascensori esistenti rischia di costare il doppio della Tasi. Ma il Mise cerca di gettare acqua sul fuoco

MILANO – Un botta e risposta tra Confedilizia e Ministero dello Sviluppo economico ha agitato le ultime ore di costruttori e condomini. L’associazione ha denunciato, con l’intento di stopparlo sul nascere, un provvedimento del Mise in attesa di definizione. Ieri, rivolgendosi direttamente al presidente del Consiglio, Matteo Renzi, Confedilizia ha chiesto di eliminare la “tassa sull’ascensore” spiegando che il dicastero guidato da Federica Guidi avrebbe licenziato “uno schema di dpr (decreto del Presidente della Repubblica) che impone una verifica straordinaria degli ascensori esistenti, attribuendo ai soggetti verificatori la facoltà di prescrivere una serie di costosi interventi a carico dei proprietari di casa”.

Un obbligo che – aggiunge – “non è in alcun modo previsto dalla direttiva europea di cui il dpr costituisce attuazione”. A detta di Confedilizia, un simile provvedimento sarebbe in grado di annullare in un sol colpo l’abolizione della Tasi, tanto da generare “esborsi pari al doppio del gettito della Tasi stessa. La sicurezza è un mero pretesto, perché cela interessi di alcune categorie che intendono lucrare a spese di condomini e proprietari di casa”. Significa, con un conteggio rapido, che Confedilizia stima un costo di circa 7 miliardi.

Il Mise ha quindi voluto chiarire la sua posizione: “La proposta del Ministero dello Sviluppo Economico in materia di ascensori, al contrario di quanto affermato da Confedilizia, non prevede verifiche straordinarie, bensì controlli di sicurezza da svolgersi nell’ambito della prima verifica ordinaria utile. Maggiore attenzione è prevista solo per gli ascensori installati anteriormente al 1999, cioè prima dell’applicazione delle relative direttive europee in materia che hanno aumentato i requisiti di sicurezza per gli impianti”. Ma non è un automatismo: “Tali ascensori, ove la proposta sia condivisa e approvata dal Governo, saranno verificati non solo con riferimento ai requisiti vigenti all’epoca, ma anche con riferimento ai più importanti requisiti di sicurezza introdotti successivamente, ad esempio per la precisione della fermata e il livellamento fra cabina dell’ascensore e piano, ovvero per la protezione dai rischi di schiacciamento delle porte motorizzate”. Il Mise precisa inoltre che “i requisiti da verificare e che potrebbero essere quindi oggetto di intervento sono stati inoltre individuati in modo proporzionato e selettivo e, quindi, non possono determinare spese eccessive, soprattutto se, come afferma Confedilizia, le normali norme già oggi previste dovrebbero aver già

indotto molti proprietari ad effettuare comunque tali verifiche”.

Ma Confedilizia non ci sta e replica: “Ribadiamo allora il nostro appello al Presidente Renzi affinché disponga l’eliminazione dalla bozza di provvedimento di questo ‘corpo estraneo'”.

Da Repubblica.it


2 ANNI I WORDPRESS, 19.231 VISUALIZZAZIONI, 337 FOLLOWERS, UN RECORD PER ME, GRAZIE WEB, GRAZIE PER LA FIDUCIA A TUTTI VOI!

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Adoro queste due affermazioni, me le regalo con un applauso ^_^

“Tutto ciò che ha valore nella società umana dipende dalle opportunità di progredire che vengono accordate ad ogni individuo”.  Albert Einstein

 

“Il successo è l’abilità di passare da un fallimento all’altro senza perdere il tuo entusiasmo. ”  Winston Churchill

Scritto con WordPress per Android da © Lorella Ronconi


MI PIACCIONO GLI ARTISTI, I FOLLI, I POETI, I DISABILI, I GAY…LE PERSONE DIFFERENTI

Mi piacciono le persone diverse, fuori dagli schemi.
Luminose dentro e senza addobbi fuori.

Agostino Degas

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EVVIVA! DISABILI SCONFIGGONO INPS, LEDHA AVVIA RICORSI E VINCE CAUSE SU INDENNITA’ DI ACCOMPAGNAMENTO

Indennità di accompagnamento, in Lombardia la Ledha vince 8 cause su 10 contro l’Inps

Per ora è solo un granello di sabbia, ma potrebbe mandare in tilt l’Inps: cause intentate da persone disabili che hanno fatto ricorso contro i tagli. L’istituto ha modificato i verbali senza avvisare i diretti interessati, chiamati spesso a restituire cifre esorbitanti.

logo Ledha

MILANO – Per ora è solo un granello di sabbia, ma potrebbe mandare in tilt l’Inps. In Lombardia la Lega per i diritti delle persone con disabilità (Ledha) ha vinto 8 cause su 10, presentate da persone disabili che hanno fatto ricorso ai tagli decisi dall’Inps sull’indennità di accompagnamento o sulla pensione. Sulle altre due i giudici non si sono ancora espressi. Il punto è che l’Inps ha perso soprattutto per le modalità con cui ha deciso i tagli, avvenuti dopo i controlli effettuati su oltre 800 mila disabili dal 2009 al 2012. “L’attività di ispezione aveva un obiettivo ben preciso e apertamente dichiarato: la riduzione della spesa in materia di invalidità civile (art.10, Legge 122/2010)”, spiega la Ledha. “La prassi condotta dall’Inps non garantiva affatto il cittadino ed ancor più il cittadino con disabilità”, spiega l’avvocato Laura Abet del Centro Antidiscriminazione “Franco Bomprezzi” della Ledha.

Secondo la Ledha “sono stati modificati i verbali di invalidità civile, senza comunicare chiaramente ai diretti interessati (spesso persone con disabilità intellettiva) l’entità di questi ‘tagli'” e in molti casi “l’Inps non ha provveduto a sospendere o a revocare l’erogazione delle provvidenze previste in precedenza”. Quindi la persona disabile continuava a ricevere la pensione come sempre, “salvo poi procedere – talvolta a diversi anni di distanza – a una successiva comunicazione per chiederne la restituzione”. C’è chi si è chiesto la restituzione di oltre i 50 mila euro. Peraltro da pagare in un’unica soluzione.?

“I nostri avvocati si sono trovati a gestire situazioni a dir poco kafkiane -sottolinea la Ledha-. Tra le tante, la richiesta giunta a una persona con disabilità psichica al 100%, ma ben inserita nel mondo del lavoro, di restituire la cifra esorbitante di 55 mila euro. Motivazione? Il fatto di svolgere attività lavorativa, secondo INPS, rappresenta un motivo sufficiente a togliere l’indennità di accompagnamento. Peraltro, le lettere giunte alle persone che Ledha ha seguito insieme allo ‘Studio Legale Pattarini’, risultavano scritte in maniera assolutamente incomprensibile, non solo per i comuni cittadini, ma anche per i professionisti della materia. E persino per i giudici che – in alcuni casi – hanno stigmatizzato il fatto nella sentenza”.

L’ultima sentenza contro Inps è del 22 gennaio: il tribunale di Milano ha infatti stabilito che la persona disabile che ha fatto ricorso non deve restituire i 35.142 euro richiesti dall’istituto di previdenza. “Una nuova vittoria dopo quelle dello scorso autunno e degli anni scorsi – commenta Alberto Fontana, presidente di Ledha -. Una vittoria che vuole essere un richiamo a tutte le persone con disabilità che dovessero ricevere lettere spesso non intelligibili, da parte degli Enti preposti invece a tutelarli. Non fatevi scoraggiare, reclamate i vostri diritti e rivolgetevi al Centro Antidiscriminazione “Franco Bomprezzi”. Saremo al vostro fianco”. Ricorsi che potrebbero diventare centinaia e travolgere l’Inps. (dp)

Da Superabile.it


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