Archivi del mese: dicembre 2017

TI AUGURO QUELLO CHE I PIU’ NON HANNO

Il mio augurio a tutti voi, con un saluto al tempo avuto, al vecchio anno che se ne sta andando. Per la prima volta felice di lasciare un anno terribile, consapevole che il peggio arriverà ma determinata a sorridere ancora e ancora di gioia terrena. Un augurio al nuovo anno, al giovane ignaro e ricco di appassionata, curiosa innocenza,  ti aspetto 2018.

TI AUGURO QUELLO CHE I PIU’ NON HANNO, CON TUTTO IL CUORE TI AUGURO TEMPO

“Ti auguro tempo”Elli Michler 

Non ti auguro un dono qualsiasi, ti auguro soltanto quello che i più non hanno.
Ti auguro tempo, per divertirti e per ridere; se lo impiegherai bene potrai ricavarne qualcosa.
Ti auguro tempo, per il tuo fare e il tuo pensare, non solo per te stesso, ma anche per donarlo agli altri.
Ti auguro tempo, non per affrettarti a correre, ma tempo per essere contento.
Ti auguro tempo, non soltanto per trascorrerlo, ti auguro tempo perché te ne resti: tempo per stupirti e tempo per fidarti e non soltanto per guadarlo sull’orologio.
Ti auguro tempo per guardare le stelle e tempo per crescere, per maturare.
Ti auguro tempo per sperare nuovamente e per amare. Non ha più senso rimandare.
Ti auguro tempo per trovare te stesso, per vivere ogni tuo giorno, ogni tua ora come un dono.
Ti auguro tempo anche per perdonare. Ti auguro di avere tempo, tempo per la vita.

 

 


#SOLOUNMINUTO, PER RIFLETTERE

Attori – > Spettatori -> Pensatori

#SOLOUMINUTO  , Campagna culturale di “auto” educazione nei confronti delle persone con disabilità, a sostegno della loro autonomia/mobilità/sicurezza, nelle aree urbane, già normate dal codice stradale. Il progetto #SOLOUNMINUTO mira a sensibilizzare, far riflettere, educare in modo civile, sugli “abusi mentali e strutturali” che impediscono alle persone più fragili, o con handicap fisico, di avere/scegliere la stessa autonomia di ogni altro cittadino. 

#SOLOUNMINUTO: la comunità attiva che vigila ed educa per segnalare i cattivi comportamenti che impediscono alle persone con disabilità di fruire degli spazi e dei servizi che la città mette a disposizione di tutti.

banner 3a #SOLOUNMINUTO

Afferma Lorella Ronconi, ideatrice del progetto: “La mia iniziativa vuole essere momento di riflessione, auto-riflessione. Non vuole puntare il dito su amministrazioni o enti preposti, o essere giudice, vuole solo essere un’ azione pacifista, culturale, educativa che propone delle foto per far riflettere ed educare. #SOLOUNMINUTO è sempre PER e mai CONTRO.”

 

La campagna #SOLOUNMINUTO, partita da Grosseto, il 13 ottobre 2017, da una pagina Facebook, nasce dall’esigenza dettata dalla cattiva educazione, dalla mancanza di rispetto dimostrata in questi ultimi anni dai conduttori di auto (camion, mezzi pubblici, a motore e non) verso le persone con disabilità.  Lo slogan: “Solo un minuto” è la risposta più frequente che viene data da chi ha parcheggiato il suo mezzo di trasporto nello spazio riservato ad una persona disabile, quando gli viene fatto notare che intralcia la mobilità del disabile stesso.  “A me – dice Lorella Ronconi, ideatrice del progetto – è stata data molte volte, ma il 15 maggio di questo anno, appena uscita da un convegno sulle barriere architettoniche, mi è stata ripetuta dalla conducente di un Suv che aveva letteralmente invaso il marciapiede sul quale stavo transitando di ritorno verso casa, e con la febbre. Sul momento la cosa mi ha notevolmente fatto arrabbiare e le ho fatto una foto che ho pubblicato immediatamente sul mio profilo Facebook con la scritta #SOLOUNMINUTO, mi è venuto di getto.”

Continua Lorella: ” In seguito quella sensazione provata, un misto di rabbia e umiliante, ingiusta sofferenza, come un ragnetto nella pancia (da anni), mi ha spinto a riflettere sulla maleducazione, in esponenziale peggioramento, nei confronti delle persone disabili. Si assiste ad un peggioramento arrogante di chi dovrebbe semplicemente rispettare il codice della strada, ma anche un peggioramento di chi dovrebbe avere il senso civico per difendere o, quanto meno, semplificare la vita delle persone svantaggiate.

OCCORRE CONSIDERARE CHE
• Sempre piu’ spesso i parcheggi riservati alle persone disabili sono occupati da auto senza il tagliando.
• Gli scivoli, mezzi di “fuoriuscita” da e per attraversamento, sono “otturati” da parcheggi arroganti.
• I marciapiedi sono invasi da auto, motorini, biciclette, che impediscono il passaggio/passeggio di persone in carrozzella, ipovedenti, ciechi assoluti, anziani con fragilità fisica.
• Tutto ciò mette in pericolo la stessa vita delle persone disabili, costrette a transitare per la strada.
• La recente magistratura ha sancito come REATO PENALE (VIOLENZA PRIVATA) il parcheggio su uno stallo riservato nominativo da parte dei non autorizzati.
• La cattiva educazione è diventata grave, arrivando a vessare il disabile con violenze verbali e talvolta ritorsioni.
• La maleducazione fa sì che i disabili siano immaginati e voluti chiusi in casa, privati del loro diritto di uscire e fruire in autonomia delle loro città.

#SOLOUMINUTO SI AVVALE DI –> Persone che fotografano ed inviano le foto con nome di città, via accompagnate dalla scritta  #SOLOUMINUTO
• Fotografie senza riconoscimenti di targhe e/o volti
• Video senza riconoscimento di targhe e/o volti
• Fotografie e/o video autorizzati
Buona educazione e ironia
•Il passaggio continuo di foto e loro ri-condivisione, come auto-riflessione ed “evoluzione” di coscienza.

Le regole per pubblicare fotografie con la parola #SOLOUNMINUTO sono quelle di non: giudicare, criticare, offendere, non essere politicizzati, razzisti (o razzisti al contrario), ma civili, pacifici e propositivi nel, e per,  il bene comune.

 


Sviluppo del logo: HASHTAG COLORATO CHE SOMIGLIA AD UN CROCEVIA, NEL QUALE LE STRISCE PEDONALI SON TUTTE DI COLORI E FORME DIFFERENTI1 la parola HASHTAG ha la forma di incrocio, crocevia-> aggregatore2 Aggregatore=hashtag, cioè “insieme” di persone che con la loro volontà (auto educazione) si aggregano ed educano la comunità.3 Una comunità di persone differenti che, integrate, trasversali, si occupano del bene comune, pacificamente, per la mobilità e autonomia delle persone diversamente abili in primis, in particolare di chi ha handicap motorio e/o sensoriale (ipovedenti e ciechi) , e inoltre per la mobilità di tutte le persone, soprattutto fragili.

Attualmente il progetto si svolge su una pagina Facebook si occupa di disabilità vissuta e vista attraverso il non rispetto del codice della strada: i parcheggi negli stalli riservati alle persone diversamente abili; i parcheggi sulle strisce pedonali di attraversamento e in prossimità di scivoli con passo carrabile; i parcheggi sopra i marciapiedi che impediscono l’autonomia e il passaggio ai disabili, ma anche alle persone con fragilità e alle mamme con i passeggini.
In futuro, sicuramente si interesserà anche ad altri esempi di cattiva educazione nei confronti delle persone diversamente abili, come barriere architettoniche e culturali ecc..

FotoJet

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Cav. Lorella Ronconi

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IL SANTONE DISABILE

Non solo il 3 dicembre è “persone con disabilità”, si dovrebbe fare memoria, spiegare, formare, abbattere barriere e stereotipi, fare, essere ed avere cultura per dare cultura al futuro. Un articolo di Andreina Natoli, una riflessione in merito alle persone con disabilità, “accessibile”, senza barriere, bellissimo, speciale per me.

Questo articolo nasce dall’esperienza di una grande amicizia, quella di Andreina e me, Lorella Ronconi. Andreina scrive il suo carissimo, dolce, appello per Lorella, ma il suo scritto è l’appello che vorrei fosse fatto per tutte le persone diversamente abili che nel 2017 devono ancora dimostrare con fatiche enormi, le loro capacità, le loro qualità, le loro abilità, le loro professionalità per essere considerati quasi come persone e non pupazzini di peluches.  E’ una violenza gratuita dover essere costretti a dimostrare di essere persone, come dover scalare l’Everest ogni momento. Vi assicuro, non sono la malattia, il dolore, la disperazione socio sanitaria, la poca economia nelle nostre tasche a farci sentire sbagliati, stupidi, è l’ignoranza totale verso le nostre capacità, la  consapevolezza che in molti (non tutti per fortuna) di essere considerati “eterni cucciolini incapaci”, per cui non calcolati nella vita quotidiana. “Esserini” degni solo di “ini”: bacini, coccolini, pietosismini. Sono una donna diretta, che sa essere sincera, ve lo dico: adoro i cuoricini ma al momento giusto e se me li merito. Grazie per questo testo, grazie ad Andreina Natoli che mi ha innalzato, che ci ha innalzato da il sottoterra in cui talvolta viviamo, non per condizione, ma per cultura.

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Il Santone disabile

di Andreina Natoli

Lorella Ronconi. Mia compagna di scuola delle superiori, mia grandissima amica, inseparabili dall’età di 16 anni fino ai 21, cioè fino a quando mi sono sposata e trasferita nelle Marche. Divise fisicamente ormai da ben 34 anni, sempre vicine con il cuore, lo spirito, le idee, tuttora capaci di comprenderci anche potendoci vedere solamente per  un giorno all’anno. Lorella Ronconi: disabile. Perché do questa informazione, che per me sarebbe  superflua? Perché la disabilità ci spaventa. La maggior parte delle persone, magari inconsciamente, non sa come rapportarsi con un disabile, soprattutto se la persona in questione ha un cervello ed una capacità di empatia che è superiore alla media. Nell’ansia di far vedere che non si hanno pregiudizi, si tende a trattare il disabile come un individuo “fragile”, incapace di affrontare  le difficoltà della vita come le persone cosiddette “normali”.  Si tende a idealizzarlo, vedendolo come un’entità staccata dal reale, che vive di spiritualità, non preda di sentimenti ed emozioni legati alla carne come tutti noi. Allo stesso tempo, dato che il disabile fisico è una persona molto equilibrata, intelligente, comunicativa e saggia, lo si rende destinatario di confidenze intime. Si riversano su di lui i  problemi, le pene d’amore, di lavoro, il mal di vivere, certi di poter sempre ricevere un po’ di conforto. In una sola parola: lo si IDEALIZZA. Perciò, quando l’idealizzato non sopporta più di essere considerato come un Santone, quello che ha le soluzioni per ogni nostro problema, e cerca di comunicare il proprio disagio, di far capire che anche lui ama, soffre, ha problemi fisici, economici, problemi pratici ed organizzativi legati alla sua disabilità …. noi non lo capiamo. In quel momento la lingua italiana diventa per noi incomprensibile, perché non concepiamo che il nostro Santone disabile possa avere gli stessi nostri problemi e soprattutto che in quel momento non sia disponibile a lasciarci sfogare e ad accollarsi tutte le nostre emozioni negative.

Una lunga premessa, necessaria per commentare un post che Lorella, il nostro “Santone disabile”, ha pubblicato qualche giorno fa su Facebook. Testuali parole: “Tutti guadagnano con le loro professionalità. Io cosa vinco con la mia?”  A me è sembrato subito chiaro che avesse esternato un grande disagio, il fatto cioè che pur avendo un curriculum di tutto rispetto (visibile nella sua pagina web http://www.lorellaronconi.it)  – diplomi di grafica pubblicitaria, corsi di specializzazione in informatica,  comunicazione, Master in social media marketing, editor grafico, video cartaceo ed impaginazione ecc. – la sua professionalità, quando utilizzata,  non venga remunerata. Facile da capire, mi pare. E invece no! Si sono scatenati i soliti commenti, che ho già letto in altre occasioni nei suoi post, nei quali si afferma che avrebbe guadagnato amore, stima, ammirazione, amicizia, soddisfazione morale, gratificazioni per la sua bellissima anima e via dicendo. E così, il processo di Santificazione è quasi concluso!!!!

Adesso, io mi chiedo: ma se Lorella non fosse una disabile, le risposte sarebbero state le stesse  oppure si sarebbe scatenata un’indignazione generale al pensiero di una lavoratrice sotto pagata e sfruttata? I disabili sono per caso esentati dal pagamento delle bollette, delle tasse, non devono pagare la spesa al supermercato, hanno personale che li aiuta nelle faccende domestiche o di ausilio alla loro persona che non pretende di essere pagato per il lavoro che svolge in quanto “avrà un posto riservato in Paradiso”? La risposta è NO. Chiunque altro, con le stesse competenze di Lorella, avrebbe un ottimo lavoro, ben retribuito e soddisfacente, idoneo a garantire una vita PIU’ che decorosa, come è giusto che sia. Invece, la Santa Lorella viene retribuita con la spiritualità, perché lei vive d’aria naturalmente, non si può abbassare a maneggiare il vile denaro. Ed i suoi presunti amici e sostenitori, invece di gridare allo scandalo, sorridono ammirando l’aureola dorata che vedono brillare sopra la sua testa.

Signori miei, il lavoro, a qualunque titolo prestato e da chiunque, disabile o meno, VA retribuito. Anni ed anni di lotte sindacali, di conquiste sociali, non vi dicono niente? La Costituzione italiana, artt. 1, 2, 3 e 4, i suoi principi fondamentali, non vi dicono niente? Vi consiglio caldamente di leggerli. Lorella non è solamente una poetessa,  una persona che lotta in prima linea per i diritti dei disabili, l’ideatrice della campagna #SOLOUNMINUTO (che ha assunto un grande rilievo anche attraverso la visibilità ottenuta nei TG Nazionali); Lorella è principalmente una PERSONA come me, come voi. Non giudicatela per la sua disabilità ma per la sua intelligenza, tenacia, ironia. Non chiedetele di lavorare gratis. Lo fareste mai con un Professionista che possa vantare un curriculum simile al suo? Non credo. E che sia una PROFESSIONISTA DELLA COMUNICAZIONE E DEL WEB è sotto gli occhi di tutti: lo slogan  #SOLOUNMINUTO in pochissimo tempo ha fatto il giro del mondo ed ha coinvolto persone in tantissimi paesi, in Italia ed all’estero, che si sono immediatamente attivate per evidenziare i comportamenti scorretti ed asociali di automobilisti e non solo.

Se vi ritenete davvero degli amici, se volete sostenere Lorella perché è una tosta, lavoratrice, competente, professionale, arguta, capace e motivata, allora è giunto il momento di cambiare atteggiamento. Di rapportarsi con lei alla pari, di considerarla persona normale perché lo è. Di abbandonare il pietismo, l’odor di Santità, il confessionale. Di capire che il vile denaro non serve solamente a noi ma anche e soprattutto a lei. Di capire che se il tempo è prezioso, il suo lo è ancora di più e non  va’ sfruttato ma valorizzato attraverso la giusta remunerazione. E forse allora e solo allora, la disabilità non ci farà più paura ma sarà un aspetto della normalità.

andreina-laura_Natoli_Lorella_ronconi.jpgAndreina Natoli è nata a Camerino (MC) il 17 luglio  1962. Ad ottobre dello stesso anno, la sua famiglia si trasferisce a Grosseto. Frequenta l’ITC “V. Fossombroni” , dove, nella mitica classe 3^ D,  conosce Lorella Ronconi. Le due compagne diventano inseparabili fino a quando, nel settembre 1983,  Andreina Natoli si sposa e torna a vivere a Camerino (MC). Amante degli animali in genere, e di cani e gatti in particolare. Lavora come assistente amministrativo presso l’IPSIA “Don E. Pocognoni” di Matelica (MC), presso la segreteria alunni  con i quali, a causa del suo carattere forte,  la sua capacità di interagire e la sua attitudine al dialogo ed all’ascolto dei loro problemi, ha un ottimo rapporto. Il 9 aprile 2015 consegue il Diploma di Laurea in Scienze dei Servizi Giuridici presso l’Università degli Studi di Camerino (MC), riuscendo, malgrado il lavoro, la famiglia ed impegni vari, a laurearsi in corso. Attualmente è iscritta sempre presso la stessa Università, al 5^ anno del corso di Laurea Magistrale di Giurisprudenza e conta di laurearsi entro il 2018. Il regalo più bello ricevuto nel giorno della sua Laurea è per lei senz’altro lo splendido mazzo di 13 rose rosse a gambo lungo, fattole recapitare in ufficio dai suoi “ragazzi” della classe 5^ Manutenzione ed Assistenza Tecnica della sede di Matelica. Anche se lontana, continua a tenersi in contatto con Lorella Ronconi, da lei considerata la sua migliore amica.

COME IL 3 DICEMBRE, IL MIO 25° ANNIVERSARIO PER LA DISABILITA’

Forse è una città disabile la mia, forse vivo ancora in un’Italia disabile?

3 DICEMBRE 2017 – Come la giornata del 3 dicembre, istituita nel 1992, celebro i miei 25 anni di impegno civile per la disabilità, contro le barriere culturali e architettoniche, cominciai da #Grosseto, come iscritta  al mitico Comitato Provinciale per l’Accesso.

Il tema in questo 25° Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità è: “Trasformazione verso una società sostenibile e resiliente per tutti”, un vero e proprio manifesto di concretezza, che invita tutti – i Governi, le persone con disabilità e le loro organizzazioni rappresentative, le istituzioni accademiche e il settore privato – a lavorare come “squadra”, per far sì che i princìpi della Convenzione ONU vengano realmente attuati, giorno dopo giorno.

Un percorso in cui le persone con disabilità devono essere al tempo stesso beneficiari e protagonisti del cambiamento.

– A più di venticinque anni, ormai, da quella Risoluzione n. 47/3 delle Nazioni Unite che il 14 ottobre 1992 istituì per questa data la Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità, che nel 1993 – in base a un accordo tra la Commissione Europea e le stesse Nazioni Unite – sarebbe diventata anche Giornata Europea. 

– Nella mia città si “ricorderà” oppure si “celebrerà” questa giornata? Beh, se non fosse, effettivamente ci rimarrei male. Si, sarebbe per me una grande tristezza, come parte integrante di una comunità (associazioni, disabili, famiglie, amici) che opera, ed ha operato al miglioramento, alla cura, all’approccio e alla formazione/informazione verso – e con – le persone con diversa abilità da più di 25 anni. Wow, 25 anni esatti di battaglie e lotte in rete, talvolta solitarie, per rendere più vivibile la mia città, #unavita!

Beneficiari e allo stesso tempo protagonisti del cambiamento: forse è questo è degno di maggiore attenzione, tra gli altri princìpi, naturalmente del tutto validi anche in questo nuovo 3 Dicembre. Non ci siamo ancora riusciti, la mia città è tutt’ora inaccessibile per moltissimi aspetti, inaccessibile per vivere una vita “normale”. Forse è ancora una città disabile la mia, forse è ancora un’Italia disabile la mia.

Barriere strumentali, culturali, castelli arroccati con il ponte levatoio innalzato; interessi economici e marketing turistico/sociale lasciato in fondo al cassetto: ottusismi che non riescono ad accettare il diritto al cambiamento dell’uguaglianza dell’autonomia di ogni persona, fino in fondo, a partire dal proprio sé.

Non celebrare e non ricordare le diverse abilità, soprattutto da parte delle istituzioni è come sentirsi o già integrati, arrivati a meta, per cui già in assenza di bisogno… Oppure completamente trasparenti, invisibili, soli.

#GiornataInternazionalePersoneconDisabilità #senzabarriere #sosdisabilità #ionomivergogno #IosonoRARA #ConvenzioneOnuPersoneDisabili

© Lorella Ronconi – 2017 – All rights reserved

 

 


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