Archivi del mese: gennaio 2018

GLI AUGURI  “DI BEFANA” OFFENDONO LE DONNE 

Il 6 gennaio è la festa della Befana è una festa per i bambini, l’Epifania del Signore ai Magi, e noi donne? Ci divertiamo ad inviarci auguri copia e incolla per darci delle befane, non li accetto, offendono l’impegno contro le violenze.

Rispondo agli auguri con: “Che la Bellezza, prima o poi riesca a manifestarsi anche in te!”

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Quando ci si avvicina al giorno dell’Epifania, ecco che arrivano i messaggi di “auguri” di “buona befana”. Sbucano da tutti i social e varie chat, gli “auguri” di amici/amiche conoscenti anonimi, messaggi in tutti i formati, immagini, frasi, audio, copia e incolla, ovviamente da inoltrare almeno a 10 amiche (le catene non avranno mai fine?). Tutto questo a me fa arrabbiare, non lo trovo giusto , mette anche un grande senso di tristezza. Mi direte che in me c’è una punta di stizzosa insistenza, forse sarò esagerata? Certamente, ma trovo che farci gli auguri di buona befana, soprattutto tra noi donne, è un tradimento intellettuale, uno stereotipo che va contromano a tutte le nostre azioni sul rispetto, sul valore della donna. Un augurio “retaggio” culturale di cui non ci rendiamo conto, un messaggio negativo travestito da “tanto  per ridere”.

No, no, no, io non ci sto. Non mi capaciterò mai di questa squallida “tradizione” che si viralizza via social . Mi dicono: “E vabbè, dai, è un modo per scherzare tra noi, prendila con ironia”.

Dire ad ad una donna befana, non è fare ironia; abbiamo fatto molta strada, partecipiamo a movimenti, comitati, flash mob, scriviamo frasi sui social per essere ancora più vicine/i alle donne, soprattutto a quelle maltrattate e poi ci perdiamo con la befana? Le scarpette rosse hanno un simbolo  serio, non possiamo offenderci tra noi se vogliamo il rispetto dagli altri.

Come!?!!? Per scherzare? Ed oltretutto tra donne ci diamo della befana in modo aziendale come gli auguri di Natale? Lo trovate ironico? Un po’ di ironia? Sulle donne? Perché guardate, dire befana equivale a dire a dire che è brutta, vecchia, senza denti, racchia, cenciosa, antipatica, insopportabile e via via.

È vero che nella tradizione la vecchina è benefica perché porta i doni ed esiste una leggenda medievale che identifica in una vecchina quella che dette informazioni ai magi  su dove trovare Gesù, ma è anche vero che la storia della vecchia canuta e rattrappita è assai più antica ed è legata a riti propiziatori romani per i raccolti a venire e alla fine dell’inverno.
In alcune regioni d’Italia il fantoccio della vecchia viene tuttora bruciato, come nei falò del panevin di Oderzo o Brusa la Vecia diffuso nel trevigiano. Molto suggestivo , ma il senso è proprio quello di bruciare il vecchio e, conseguentemente – secondo il pensiero collettivo – brutto, per andare incontro al nuovo, al giovane e bello. Insomma la primavera.

E sicuramente chi dà della befana a una donna non lo dice perché quella donna è buona e distribuisce doni, ma lo fa nel senso primario e letterale del termine che è SEMPRE , in ogni sostantivo, quello che salta agli occhi e non quello che si percepisce del carattere. E agli occhi salta ciò che è fisico, ciò che è reale. Cioè la bruttezza, la vecchiaia. Se qualcuno si riferisce alla moglie o alla compagna di un amico definendola una befana, non lo fa certo per dire che la signora è tanto brava e buona, ma perché è brutta, perché di concia e si veste male. Insomma è una persona di cui si può ridere e questo è altamente offensivo. Non ci permetteremo  mai di dirlo a nessuno durante l’anno, invece… il 6 gennaio, infamiamoci pure, ma dentro una barzelletta, è meno evidente l’offesa.

Ma la befana è una festa per bambini, lo abbiamo dimenticato?

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Eppure per il 6 gennaio ci dimentichiamo il punto focale, siamo donne, persone, siamo quelle che vorremmo essere rispettate, non maltrattate, mai più scarpette rosse. Vorrei domandare a tutte noi: dicendoci : “Prepara la scopa che domattina ti aspetto”, dove sono finiti tutti i nostri discorsi, convegni sul corpo delle donne, sul rispetto alla persona, sull’ugualianza di genere, le nostre commissioni per le pari opportunità contro tutti i tabù di genere ? Dove sono finite le nostre marce per l’8 marzo ? Il 25 novembre? Ed eccoci, siamo a celebrare l’Epifania del Signore con “messaggini catene” per dare della befana alle nostre amicizie: “Invialo agli altri, se tornerà indietro anche a me, ne sarò felice” , roba incredibile!

PENSIAMOCI. Noi donne siamo persone meravigliose, con tutte le nostre difficoltà, amiamoci, rispettiamoci, facciamoci delle carezze. Siamo fate, mai befane. Cominciamo a non darci delle befane, interrompiamo questa orrenda catena contro noi stesse, anche da questo piccolo, piccolo gesto passa la nostra battaglia del 25 novembre.

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L’essere donna non significa essere Befana. Vogliamoci bene, diamoci  delle supereroine!

Scusatemi, perdonatemi, ma non lo accetto……ed ogni anno lo ripeterò.

Che la Bellezza, prima o poi riesca a manifestarsi anche in te!

Buona festa dell’Epifania a tutti!

Dal vocabolario Garzanti. “befana” pl. -e
1. personaggio fantastico raffigurato come una vecchia brutta ma benefica che porta doni ai bambini la notte dell’Epifania |credere (ancora) alla befana, (fig.) essere ingenuo come un bimbo
2. (fam.) (anche con iniziale maiuscola) la festa dell’Epifania: sono in ferie fino alla Befana | i regali fatti alla festa dell’Epifania: fare, ricevere la befana
3. donna brutta e vecchia o, anche, antipatica, insopportabile accr. befanona, befanone (m.), pegg. befanaccia
Etimologia: ← lat. epiphanĭa(m); cfr. epifania.
Dal vocabolario Treccani: “befana s. f. [lat. *epiphanĭa per epiphanīa: v. epifania]. – 
1. Nome pop. dell’Epifania: la festa della b. (o, con iniziale maiuscola, della B.); per la b. (o la Bandremo a sciarele vacanze durano fino alla b. (o alla B); è tradizione, a ricordo dei re Magi, fare in quel giorno regali ai bambini (e, in tempi recenti, anche agli adulti): i bambini aspettavano con impazienza la b.; la zia le aveva promesso una bambola per la befana; per la befana il marito le ha fatto trovare un anello
2. a.Personificazione dell’Epifania: la vecchia, bruttissima ma benefica, che di notte, scendendo per la cappa del camino, lascia nelle scarpe, o più spesso nelle calze, dei bambini buoni, doni e dolciumi (ai cattivi, pezzi di carbone). b. fig. Donna brutta: s’è sposato quella b. (molto raro il masch. befano, uomo brutto). 

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LADY “MISSENSO c.1576fG>T (p.Val526Phe) ” 

C’est moi, mi presento al gentil 2018, I’m  Lady “MISSENSO c.1576fG>T (p.Val526Phe) “

Donna rarissimissima, affetta da  Pseudoacondroplasia contenente una mutazione unica al mondo,  in eterozigosi a livello dell’esone 14 del gene COMP. 🌸

#riflessionidalletto – Beh, certo, è cambiata la mia vita in un anno, sono molto più fragile, dolorante, mi affatico con nulla, ho paura la notte. Nel 2017 ho conosciuto nuove sofferenze e sconfitte che mai mi sarei immaginata, amicizie, ma anche scoperte. Il DNA, mio e dei miei genitori ha confermato una certezza, di avere una malattia rarissima, la pseudoacondroplasia con una nuova mutazione: <<E’ stata accertata la presenza della mutazione germinale, ex-novo, MISSENSO c.1576fG>T (p.Val526Phe) in eterozigoti a livello dell’esone 14 del gene COMP. >>

Sono una donna rarissima, la pseudoacondoplasia in me ha una mutazione ex-novo; probabilmente, sicuramente, è una delle centinaia di mutazioni passive che ognuno di noi ha negli spermatozoi e/o ovuli, nell’ESONE 14 del gene COMP, non in testa o in coda (che sarebbe stata meno aggravante) ma intorno alla metà.

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Il mio corpo sta cambiando progressivamente e non so’ con quanta progressiva velocità cambierà, quali malattie mi porterà, cosa mi toglierà ancora. Ho una malattia rarissima ossea ma anche una paralisi in D8, con la menopausa il delirio. La progressività mi fa vivere in equilibrio, da funambola, attaccata al tubo della vita. Sono molto più grave, mi dicono che sono più stanca e si vede…

26166373_778321215696321_5910706645595628679_nMa, ogni tanto, la sera, quando vado a letto, mi guardo allo specchio e mi vedo affascinante, bella, una donna fiera, orgogliosa di sè. Una donna fiera di essere femmina . E sono felice dei miei capelli, dei miei occhi, delle mie labbra, del mio seno; il mio corpo, anche se per gli altri può essere “marziano”, da non apprezzare come tale, considerato corpo di femmina da non toccare da non abbracciare, ve lo dico, il mio corpo, mi piace. Basta con questa storia di un “corpo da voltarsi scioccati quando mi incontrate”, un corpo da guardare con ribrezzo, pietà… io non vedo tutto questo, io vedo Lorella vedo una donna di quasi 55 anni ancora felice di essere ancora innamorata della vita. Il buon proposito di lady “MISSENSO c.1576fG>T (p.Val526Phe) ” per sè stessa in questo 2018 è quello di farsi conoscere e far rispettare il suo corpo, di farlo rispettare agli altri soprattutto come persona, donna, rara. Sono ancora speranzosa di sostituire la Rossellini come testimonial ^_= un sogno che si avvererà nel 2018? Rarissima, Lorella, #rarissimame.  Aspetto il vostro parere e aiuto. #auguri2018!

#revisione #buonannonuovo #nonvogliomollare #JeRouleAvecToi #SirenaGuerriglia #capodanno2018 


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