Il 6 gennaio è la festa della Befana è una festa per i bambini, l’Epifania del Signore ai Magi, e noi donne? Ci divertiamo ad inviarci auguri copia e incolla per darci delle befane, non li accetto, offendono l’impegno contro le violenze.
Rispondo agli auguri con: “Che la Bellezza, prima o poi riesca a manifestarsi anche in te!”
Quando ci si avvicina al giorno dell’Epifania, ecco che arrivano i messaggi di “auguri” di “buona befana”. Sbucano da tutti i social e varie chat, gli “auguri” di amici/amiche conoscenti anonimi, messaggi in tutti i formati, immagini, frasi, audio, copia e incolla, ovviamente da inoltrare almeno a 10 amiche (le catene non avranno mai fine?). Tutto questo a me fa arrabbiare, non lo trovo giusto , mette anche un grande senso di tristezza. Mi direte che in me c’è una punta di stizzosa insistenza, forse sarò esagerata? Certamente, ma trovo che farci gli auguri di buona befana, soprattutto tra noi donne, è un tradimento intellettuale, uno stereotipo che va contromano a tutte le nostre azioni sul rispetto, sul valore della donna. Un augurio “retaggio” culturale di cui non ci rendiamo conto, un messaggio negativo travestito da “tanto per ridere”.
No, no, no, io non ci sto. Non mi capaciterò mai di questa squallida “tradizione” che si viralizza via social . Mi dicono: “E vabbè, dai, è un modo per scherzare tra noi, prendila con ironia”.
Dire ad ad una donna befana, non è fare ironia; abbiamo fatto molta strada, partecipiamo a movimenti, comitati, flash mob, scriviamo frasi sui social per essere ancora più vicine/i alle donne, soprattutto a quelle maltrattate e poi ci perdiamo con la befana? Le scarpette rosse hanno un simbolo serio, non possiamo offenderci tra noi se vogliamo il rispetto dagli altri.
Come!?!!? Per scherzare? Ed oltretutto tra donne ci diamo della befana in modo aziendale come gli auguri di Natale? Lo trovate ironico? Un po’ di ironia? Sulle donne? Perché guardate, dire befana equivale a dire a dire che è brutta, vecchia, senza denti, racchia, cenciosa, antipatica, insopportabile e via via.
E sicuramente chi dà della befana a una donna non lo dice perché quella donna è buona e distribuisce doni, ma lo fa nel senso primario e letterale del termine che è SEMPRE , in ogni sostantivo, quello che salta agli occhi e non quello che si percepisce del carattere. E agli occhi salta ciò che è fisico, ciò che è reale. Cioè la bruttezza, la vecchiaia. Se qualcuno si riferisce alla moglie o alla compagna di un amico definendola una befana, non lo fa certo per dire che la signora è tanto brava e buona, ma perché è brutta, perché di concia e si veste male. Insomma è una persona di cui si può ridere e questo è altamente offensivo. Non ci permetteremo mai di dirlo a nessuno durante l’anno, invece… il 6 gennaio, infamiamoci pure, ma dentro una barzelletta, è meno evidente l’offesa.
Ma la befana è una festa per bambini, lo abbiamo dimenticato?
Eppure per il 6 gennaio ci dimentichiamo il punto focale, siamo donne, persone, siamo quelle che vorremmo essere rispettate, non maltrattate, mai più scarpette rosse. Vorrei domandare a tutte noi: dicendoci : “Prepara la scopa che domattina ti aspetto”, dove sono finiti tutti i nostri discorsi, convegni sul corpo delle donne, sul rispetto alla persona, sull’ugualianza di genere, le nostre commissioni per le pari opportunità contro tutti i tabù di genere ? Dove sono finite le nostre marce per l’8 marzo ? Il 25 novembre? Ed eccoci, siamo a celebrare l’Epifania del Signore con “messaggini catene” per dare della befana alle nostre amicizie: “Invialo agli altri, se tornerà indietro anche a me, ne sarò felice” , roba incredibile!
PENSIAMOCI. Noi donne siamo persone meravigliose, con tutte le nostre difficoltà, amiamoci, rispettiamoci, facciamoci delle carezze. Siamo fate, mai befane. Cominciamo a non darci delle befane, interrompiamo questa orrenda catena contro noi stesse, anche da questo piccolo, piccolo gesto passa la nostra battaglia del 25 novembre.
L’essere donna non significa essere Befana. Vogliamoci bene, diamoci delle supereroine!
Scusatemi, perdonatemi, ma non lo accetto……ed ogni anno lo ripeterò.
Che la Bellezza, prima o poi riesca a manifestarsi anche in te!
Buona festa dell’Epifania a tutti!
Dal vocabolario Garzanti. “befana” pl. -e
1. personaggio fantastico raffigurato come una vecchia brutta ma benefica che porta doni ai bambini la notte dell’Epifania |credere (ancora) alla befana, (fig.) essere ingenuo come un bimbo2. (fam.) (anche con iniziale maiuscola) la festa dell’Epifania: sono in ferie fino alla Befana | i regali fatti alla festa dell’Epifania: fare, ricevere la befana
3. donna brutta e vecchia o, anche, antipatica, insopportabile accr. befanona, befanone (m.), pegg. befanaccia
Etimologia: ← lat. epiphanĭa(m); cfr. epifania.
Dal vocabolario Treccani: “befana s. f. [lat. *epiphanĭa per epiphanīa: v. epifania]. –
1. Nome pop. dell’Epifania: la festa della b. (o, con iniziale maiuscola, della B.); per la b. (o la B) andremo a sciare; le vacanze durano fino alla b. (o alla B); è tradizione, a ricordo dei re Magi, fare in quel giorno regali ai bambini (e, in tempi recenti, anche agli adulti): i bambini aspettavano con impazienza la b.; la zia le aveva promesso una bambola per la befana; per la befana il marito le ha fatto trovare un anello.
2. a.Personificazione dell’Epifania: la vecchia, bruttissima ma benefica, che di notte, scendendo per la cappa del camino, lascia nelle scarpe, o più spesso nelle calze, dei bambini buoni, doni e dolciumi (ai cattivi, pezzi di carbone). b. fig. Donna brutta: s’è sposato quella b. (molto raro il masch. befano, uomo brutto).