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“SOFIA ROCKS – INVIATO SPECIALE”, 5 PUNTATE PER UN VIAGGIO NELLA DISABILITA’

Sofia Rocks: web serie in cinque puntate, viaggio nella disabilità

«Mi chiamo Sofia. Sono una video blogger ma in questo viaggio – si legge sul sito Sofia Rocks – diventerò qualcosa di più: sarò la vostra inviata speciale. Vi porterò con me in diversi posti per raccontarvi storie, storie bellissime e particolari, di chi vive personalmente la disabilità e chi no, mostrandovi che alla fine, non ci sono poi così tante differenze». 

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Laureata in filosofia all’Alma Mater di Bologna con 110 e lode, campionessa italiana di sci alpino paralimpico e vegana convinta, sulla sua carrozzina Sofia affronta in ogni puntata un tema specifico: sport, sessualità e affettività, lavoro, arte e università. Traguardi, Amore disperato, Lavorare stanca, Artisti si diventa e Fuori sede i titoli delle cinque puntate.
LA DIVERSITÀ FONDA LA SOCIETÀ. 
Sport, sessualità e affettività, lavoro, arte e università i temi affrontati in Sofia Rocks
Attraverso le parole e le interviste di personaggi noti, come Roberto Donadoni(mister del Bologna Football Club), Martina Caironi (velocista d’oro nelle ultime paralimpiadi di Rio 2016) o Maurizio Landini(segretario nazionale dei metalmeccanici della Cgil), Sofia Rocks mette in evidenza che è proprio la diversità delle esperienze e delle persone che fonda la società in cui viviamo. La web serie è coprodotta da Filandolarete e Agenda, per la regia di Antonio Saracino.
DARE VOCE ALLA CULTURA DELL’INTEGRAZIONE. 
Traguardi, Amore disperato, Lavorare stanca, Artisti si diventa e Fuori sede i titoli delle cinque puntate
Cittadini, associazioni, istituzioni e imprese: Sofia Rocks accende un faro su chi ogni giorno è in prima fila per promuovere una nuova cultura dell’integrazione.
From: bigmat.it


IL MARKETING È RAZZISTA SECONDO TE? #IOVOLEVOFARELAROSSELLINI

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Riguardo la mia foto adesso e mi prende lo sconforto, il nervoso tipico di quando non posso fare una cosa semplicemente perché sono una donna in carrozzella: una esclusa. Io da ragazza sognavo di svegliarmi un giorno ed essere “normale” e poter diventare testimonial di prodotti di bellezza, si, pubblicizzare prodotti di beautè come Isabella Rossellini. Poi sono diventata grande ed ho capito che i sogni si possono inseguire e si avverano talvolta, certo, ma se sei una persona disabile, la carriera come testimonial “de beautè” scordatela, il marketing non osa.

Il marketing secondo me è il top del convenzionale. 

Pensate che una donna/uomo disabile, in uno spot pubblicitario che risponde ai requisiti richiesti, puo’ dare valore tanto quanto una persona abile? Sono le aziende di marketing a non volersi “aprire le meningi”? I tabu’ a frenare, oppure i brand stessi ad essere “razzisti” ?

Ho 54 anni (foto 29 maggio, nessun make up o ritocco grafico), perché non posso andare in una copertina Vogue o reclamizzare un prodotto/accessorio di bellezza? Non valgo quanto quanto qualsiasi altra persona, con le stesse caratteristiche, se richieste? Per un rossetto non servono delle labbra di una donna audiolesa o parlante, servono delle labbra corrispondenti a ciò che si vuole comunicare per acquistare quel rossetto.

Una donna/ uomo disabile in uno spot pubblicitario per dare più valore? Per adesso, nemmeno per sogno! Donne diversamente abili #mettiamocilafaccia.

 

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DISABILE COME MODELLA PER LE SUE QUALITÀ? ANCORA I TABÙ PREVALGONO

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Sfilata primavera estate 2017… Seee… Magari! Sogno di fare la modella in gioco al centro commerciale.

Sono impegnata da decenni sul fronte dei diritti e della promozione per una cultura differente verso le persone disabili, creo progetti e promuovo idee proprio sull’approccio mediatico; mi chiedo perché una persona disabile ancora non può fare la modella/o  per aziende di moda vere e proprie, in modo serio, non solo per mettere in evidenza la sua disabilità?

Quando ci chiamano per fare foto, interviste o a posare come modelle/i, è solo per interpretare il ruolo di disabile, per far risaltare la nostra disabilità, per parlare di essa. Mai che gli venga in mente che siamo in grado di essere intervistati per nostri pregi per la nostra capacità, per promuovere accessori, vestiti, make-up in modo professionale e serio esattamente come i ‘normodotati’!

Sono davvero scocciata per questa indifferenza, la mia battaglia ormai è decennale ma ancora siamo lontani.

©Lorella Ronconi


MOSTRA FOTOGRAFICA SULL’AMORE, TERESA CAPASSO CERCA PERSONE DIVERSAMENTE ABILI CHE DESIDERANO PARTECIPARE COME MODELLE E MODELLI

UN PROGETTO SUL TEMA DELL’AMORE, L’EROS E IL CORPO, MA QUESTA VOLTA L’OBBIETTIVO E’ RISERVATO ALLE PERSONE DIVERSAMENTE ABILI, TERESA CAPASSO, FOTOGRAFA NAPOLETANA, CERCA SOGGETTI DIVERSAMENTE ABILI CHE DESIDERANO FARSI FOTOGRAFARE PER PARTECIPARE ALLA MOSTRA FOTOGRAFICA CHE VERRA’ REALIZZATA  INSIEME ALL’ASSOCIAZIONE “MOVIMENTO CONTAMINARTE” E ALLO PSICOLOGO NICOLA LAUDICINO.

linguaggio fotografico

Che aspettate? Se abitate a Napoli o in zona, o potete viaggiare, non esitate a contattare Teresa Capasso, per cambiare la cultura verso l’affettività e la sessualità nei nostri confronti dobbiamo essere noi per primi a dimostrare che siamo persone intere, belle proprio grazie alle nostre differenze.

Riporto di seguito la richiesa di Serena e i riferimenti per il contatto. Buon lavoro ragazzi!

“Salve a tutti, sono una fotografa napoletana e sto lavorando a un progetto sul tema dell’amore , l’eros e il corpo in soggetti diversamente abili, sto realizzando il progetto insieme all’associazione “Movimento Contaminarte” e allo psicologo Nicola Laudicino
Cerchiamo persone disposte a posare quindi a farci da modelli per una serie di fotografie che verranno esposte in una mostra. Se siete incuriositi o interessati
scrivetemi su sertaya@hotmail.it oppure su facebook a “Teresa X Capasso” 
e spiegherò tutti i dettagli del progetto e la sua finalità artistica. 
Grazie per l’attenzione. A presto!
Teresa Capasso
Lorella Ronconi

SU “DONNA MODERNA” CRITICA PER I GIOCATTOLI A FORMA DI CARROZZELLA INSERITI DALLA LEGO E ALLA BARBIE CURVY

Mi rifiuto di stare zitta, sbaglio, lo so, forse farò il gioco mero di Donna Moderna che con l’articolo di Annalisa Monfreda, strumentalizza la disabilità,  ma, scusate,  da disabile ed educatrice, non posso tacere.

E’ nata una polemica negativa sulle carrozzelle create dai Lego. Scusate allora anche Cicciobello nero, giallo, sono un danno alla crescita dei bambini? Ma quale è la prospettiva giusta, la vera normalità per voi? Il bello perfetto di Barbie è il modo giusto? Ah, bene, allora io mi posso sparare, son un metro e venti, in carrozzella e parecchio malata, non ho diritto di riconoscermi nei giochi? Devo sognare immaginare, e i bambini si devono riconoscere solo nel “target” della, magra, bianca, occhi azzurri? E chi ha inventato il target? E se fosse stato un mondo di carrozzati allora sarebbe stato “ineducativo” fare un giocattolo con le gambe?

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La dottoressa Eleonora Motta, psicologa, psicoterapeuta, sessuologa (esperta in  affettività/sessualità disabilità) da me intervistata in merito, risponde: “Penso che il gioco sia un ottimo strumento x insegnare, direi un’opportunità in più che soprattutto gli adulti hanno per educare e parlare coi bimbi. I temi possono essere più o meno simbolizzati, ma il gioco è uno dei linguaggi migliori per comunicare coi bambini (insieme all’esempio del proprio comportamento). Poi certo che non si può delegare, il gioco non sostituisce gli adulti di riferimento, ma è uno strumento da sfruttare.”
Infine, la dottoressa Motta conclude facendomi riflettere in modo importante sulle tecniche usate in psicoterapia, per i bambini, proprio attraverso il gioco: Il gioco si usa anche per fare psicoterapia coi bambini, più utile di così…. Anzi, se un bambino giocando col lego si mette a fare discriminazioni sul pupazzo in carrozzina, l’adulto ha un’ottima occasione per intervenire inserendo un nuovo pupazzetto e creare un dialogo educativo tra personaggi”.
Tutti quelli che pensano che la carrozzella sia veicolo negativo comincino a vedere, guardare, il bello che invece è, un oggetto di privilegio e cultura, vergogna a tutti coloro che disdegnano, vergogna a tutti coloro che non hanno idea che la cultura: la crescita parte proprio dalla differenza, e ben vengano le carrozzelle nei Lego, le bambole grasse, i giocattoli con il bastone per ciechi!
Qui di seguito il link con l’articolo al quale faccio riferimento: “PERCHE’ NON REGALERO’ MAI UN LEGO IN CARROZZELLA O UNA BARBIE CURVY” di Annalisa Monfreda su Donna Moderna
Lorella Ronconi

NESSUNO MI PIACE, E’ PURE ALLA MILANO FASHION WEEK

Perchè Nessuno mi piace? Perchè c’è la voglia di essere tutti, in quel tutti non si scherza con Nessuno, in quel Tutti ci sono e si pensa veramente con Tutti, per Tutti e in Tutti, una linea di T-shirt che trovo particolarmente di alta qualità e originalità ma soprattutto pensate senza differenze anzi, con l’obiettivo di abbattere le diversità sensibilizzando integrazione, sperimentato da me ^_= !

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<< In questo mondo dove tutti vogliono essere qualcuno, io voglio essere Nessuno! >>

Chi è Nessuno?

Alla nascita, non abbiamo religione, credo politico, soldi, beni, non abbiamo nulla, secondo le moderne regole del nostro sistema dell’apparenza, siamo dei fantasmi, siamo tutti, tanti Nessuno! Poi lentamente veniamo plasmati, condizionati, “educati”, ad essere qualcuno per forza. L’apparenza diventa fin da subito uno dei motori della nostra vita, ovviamente a discapito dell’essenza. Un processo di spersonalizzazione che va di pari passo alla nostra crescita. Il vuoto ci circonda, ma non importa, l’importante è apparire. Il fine giustifica i mezzi, la dignità è messa facilmente da parte, il rispetto scompare, la lealtà idem, l’amicizia diviene telematica o d’interesse, l’amore una complicazione od un compromesso. Allora chi è Nessuno? Nessuno a parte essere il primo stilista fantasma, è colui che vive l’amicizia, l’amore, la gioia, la voglia di vivere con semplicità ogni momento come se fosse l’ultimo, la libertà d’essere qualunque cosa voglia essere, nel rispetto di se stesso e degli altri. Nessuno è tutto ciò che non sia imposizione, condizionamento, educazione! E’ un “maleducato”, in questo mondo dell’apparenza, ma rappresenta il modello da seguire, nel dimenticato mondo dell’essenza. Nessuno vuol rappresentare, quel potenziale fantasma che alberga in ognuno di voi, perché tutti potenzialmente potreste essere dei fantasmi, tutti potreste essere Nessuno! Un solo suggerimento prima di indossare queste Tshirt, ossia quello di farlo nella maniera più libera possibile, mettendo da parte ogni convenzione alla quale siete stati sottoposti, vivendo in libertà il vostro stile unico ed una volta indossate, sentitevi liberi di osare, di ridere, di giocare, di amare, di vivere come Nessuno! Perché ripeto, ognuno è libero di essere ciò che vuole in questa vita, io sono orgoglioso di essere un rispettoso, leale, libero ed ovviamente “maleducato sociale”! Io sono Nessuno! e voi?

Tessuti – Materiali – Taglio – Lavaggi – Trattamenti = BENE ARTIGIANALE INTERAMENTE SVILUPPATO IN ITALIA

Perché Nessunostile?

Un giorno prima di diventare Nessuno, stavo lavorando ad un progetto cinematografico, ( perché Nessuno fa cinema! ), quando scoprì che qualcuno a cui avevo dato l’opportunità di condividere con me il progetto stesso, stava cercando di fregarmi! Pur di diventare qualcuno era disposto a tradire colui che gli aveva offerto la possibilità di condividere un sogno! Quell’episodio rappresentò la goccia che fece traboccare il vaso, già pieno di episodi di sudditanza all’apparenza. Manifestai la mia protesta attraverso un messaggio in una Tshirt, che stampai il giorno stesso, senza curarmi della forma o dello stile, la indossai e mi sentì subito meglio. Il messaggio era questo:

<< In questo mondo dove tutti vogliono essere qualcuno, io voglio essere Nessuno! >>


SUI SOCIAL IN 5 MINUTI UNA RAGAZZA NUDA RICEVE 5000 VISITE, QUANTI VEDRANNO QUESTI INNAMORATI?

Una ragazza nuda in 5 minuti può essere vista da 5000 persone, quante persone vedranno questa coppia?

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Perché continuiamo ad essere complici silenti? Anche noi contribuiamo, inconsapevoli, a far si che i modelli di bellezza da emulare siano quelli dettati dal marketing bieco,  quello che sfrutta il corpo delle donne e degli uomini solo per fare incassi. Questi corpi non sono altrettanto belli, hanno la bellezza dell’amore vero, cosa applaudire di più?

© Lorella Ronconi


MILANO, ALTA MODA, NELLA PASSERELLA DI ANTONIO URZI LA DISABILITA’ E’ FASHION

ANTONIO URZI, STILISTA, DA LADY GAGA, RIHANNA, BEYONCE’,REALIZZA LA SUA ULTIMA SFILATA PENSANDO ALLA DIVERSA ABILITA’ COME GLAMOUR, UNA DIFFERENZA CHE DA QUALITA’ E VALORE

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Posted by redazione Henable #digitalmenteabili

L’alta moda di Milano abbatte le barriere, grazie ad Antonio Urzi.
Lo stilista, che ha vestito tra gli altri Lady Gaga, Rihanna, Beyoncé e Britney Spears, ha deciso che anche l’handicap è fashion, portando sulle passerelle di Milano la disabilità.
Testimonial di questo eccezionale evento Jack Eyers, modello britannico di 25 anni, con un arto amputato, che ha confermato “se indossi abiti belli ti senti bello, mi sto impegnando per dimostrare che anche la disabilità fa parte del sistema moda”.
Secondo Urzì le grandi case di moda dovrebbero cominciare a pensare in modo alternativo sia i prodotti realizzati che il loro target di riferimento.
Il mondo dei diversamente abili rappresenta un universo inesplorato dall’alta moda, nonostante si tratti di un bacino di utenza che dovrebbe far parte di questo sistema.
Per questo motivo la moda, in qualità di mezzo che permette di acquisire fiducia, dovrebbe cominciare a vestire i diversamente abili e gli accessori che permettono loro di muoversi e agire. Carrozzine e protesi sono appendici naturali del corpo, che permettono ai diversamente abili di muoversi, apparire, e piacersi, ma il loro design ha canoni estetici lontani dalla concezione che lo stilista ha di “bello”. Intervenire dunque attraverso un restyling di questi accessori porterebbe i diversamente abili in un nuovo universo.
La collezione creata dal rivoluzionario stilista si basa su abiti e protesi futuristiche, e proietta il futuro dell’alta moda in un mondo senza barriere, perché anche l’handicap è fashion!


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