Archivi tag: bambini
#ionondimentico

C’è un paio di scarpette rosse
numero ventiquattro
quasi nuove:
sulla suola interna si vede
ancora la marca di fabbrica
“Schulze Monaco”.
C’è un paio di scarpette rosse
in cima a un mucchio
di scarpette infantili
a Buchenwald.
Più in là c’è un mucchio di riccioli biondi
di ciocche nere e castane
a Buchenwald.
Servivano a far coperte per i soldati.
Non si sprecava nulla
e i bimbi li spogliavano e li radevano
prima di spingerli nelle camere a gas.
C’è un paio di scarpette rosse
di scarpette rosse per la domenica
a Buchenwald.
Erano di un bimbo di tre anni,
forse di tre anni e mezzo.
Chi sa di che colore erano gli occhi
bruciati nei forni,
ma il suo pianto
lo possiamo immaginare,
si sa come piangono i bambini.
Anche i suoi piedini
li possiamo immaginare.
Scarpa numero ventiquattro
per l’eternità
perché i piedini dei bambini morti
non crescono.
C’è un paio di scarpette rosse
a Buchenwald,
quasi nuove,
perché i piedini dei bambini morti
non consumano le suole…
Joyce Lussu
Gioconda Beatrice Salvadori Paleotti, coniugata Belluigi e poi Lussu, più nota come Joyce Lussu(Firenze, 8 maggio 1912 – Roma, 4 novembre 1998). E’ stata una partigiana, scrittrice, traduttrice e poetessa italiana, medaglia d’argento al valor militare
Mi piace:
Mi piace Caricamento...
8 commenti | Tag: #ionondimentico, 27 gennaio, bambini, giorno della memoria, joyce lussu, Poesia, scarpette rosse, shoah | Pubblicato in: Bambini, Cultura, Diritti Civili, Frasi celebri citazioni, Poesia
Mi piace:
Mi piace Caricamento...
Lascia un commento | Tag: bambini, Befana, falsa befana, Grosseto, maestre, progetto didattico, ricerca, scuola d'infanzia | Pubblicato in: Bambini, Comunicazione, Cultura, Scuola
Da due anni il figlio veniva picchiato e la mamma accusa la scuola: “Non lo ha protetto”
Episodi di violenza sul bambino si sono susseguiti nel tempo. A fine settembre è accaduto ciò che ha fatto decidere la donna a sporgere denuncia: il bambino ritarda l’uscita dalla scuola, la madre lo trova in infermeria pieno di ecchimosi con accanto il bidello che cercava di medicarlo al meglio. Un bullo lo ha spinto a terra e lui, naturalmente, a terra ci è finito: portato al pronto soccorso, la prognosi per lui è di dieci giorni.

Di Manuela Valletti
La mamma racconta che un giorno ho ricevuto una chiamata dalla scuola che annunciava un “mal di pancia” di Lorenzo, ha invece scoperto che il piccolo aveva i testicoli tumefatti. In un’altra occasione Lorenzo presentava una ecchimosi in testa e un orecchio tagliato, ma anche in quel caso nessuno ha fornito spiegazioni plausibili. Il bimbo ha difficoltà a ricordare e a raccontare per cui da lui non si è potuto sapere nulla.
Le responsabilità della scuola
Le accusa di Cinzia sono pesanti e sono tutte nei confronti della scuola che non ha mai protetto il bambino dalla violenza di cui era oggetto. Il bimbo è un considerato un peso per la scuola ed è messo da parte. La mamma dice di aver allertato spesse volte insegnanti e dirigente scolastico, ma le aggressioni sono continuate. Le maestre hanno sempre minimizzato. Pare che nella classe di Lorenzo ci sia molta violenza tra i ragazzi e forse in tutto ciò Lorenzo diventa un bersaglio.
Lorenzo cambierà scuola, la sua mamma sta ora cercando un istituto per lui, ma trova tutte le porte chiuse, pare non ci siano posti per i bambini in difficoltà. Cinzia aspetta una risposta dal Provveditorato e spera ancora in quella “buona scuola” di cui si parla tanto, ma è l’atteggiamento che occorre cambiare, i disabili possono anche diventare risorse per stimolare l’umanità degli altri bambini.
LA SCUOLA NEGA
La scuola tiene a precisare che bambino è stato vittima di un infortunio all’uscita dalla scuola ed è finito a terra, non è stato spinto da nessuno. La dirigente scolastica, nega qualsiasi forma di #bullismo nella sua scuola e dice di essere assolutamente all’oscuro dei problemi di mamma Cinzia e di Lorenzo.
From: it.blastingnews.com
Mi piace:
Mi piace Caricamento...
10 commenti | Tag: bambini, bullismo, disabilità, Rovigo, Scuola | Pubblicato in: Bambini, Cultura, Disabilità, Salute, Scuola
“Ecco la nostra rivoluzione culturale”. E’ nata nel quartiere della Magliana, a Roma, grazie all’associazione La lampada dei desideri. Quattro i disabili impiegati all’interno dell’azienda, affiancati da tre professionisti a partita Iva. Uno dei ragazzi coinvolti: “Sono su una sedia a rotelle, ma non sono stupido. Dovete tener conto del mio lavoro di autore”

Fabrizio (autore)
di Riccardo Saporiti
Una casa editrice per bambini gestita completamente da disabili. E lanciata grazie a una campagna dicrowdfunding che è riuscita a raccogliere poco più di 20mila euro. Si chiama Usciamo dal bozzolo il progetto imprenditoriale avviato nel cuore del quartiere della Magliana, a Roma, grazie all’impegno dell’associazione La lampada dei desideri.
Nato nel 2013 grazie alla donazione dei locali dove oggi ha sede, il progetto guidato da Paola Fanzini si occupa di seguire una sessantina di persone diversamente abili: “Da noi ci sono ragazzi down, con ritardi mentali lievi o gravi, disabili motori, autistici. Andiamo dai 20 ai 65 anni”. Gli ospiti sono coinvolti nelleattività più varie, dai laboratori di cucina allo zumba, dallo shiatsu alla pittura. Ci sono anche un coro e un’orchestra, che è stata ironicamente battezzata “La banda della Magliana”. E poi c’è la partecipazionealle trasmissioni del network 11radio, una web radio lanciata dall’XI Municipio della capitale.
“Con i ragazzi ci è venuta l’idea di creare un audiolibro. Si intitola Le avventure del lupacchiotto curioso: utilizzando lascrittura collettiva e il metodo di don Milani sono stati i nostri ospiti a creare la favola, inventando i personaggi, idialoghi e la storia. Mentre quelli che non verbalizzano hanno disegnato le illustrazioni”. E sono le voci dei disabili dellaLampada dei desideri che hanno dato vita ai protagonisti di questa favola. “Ad aprile dello scorso anno lo abbiamo presentato al pubblico. Ad un certo punto Fabrizio, uno dei nostri ragazzi, ha gridato: ‘Per noi non è stato un gioco’ – racconta Fanzini -. Quando poi siamo saliti sul palco ha insistito: ‘Applaudite unlibro che non avete nemmeno letto, il fatto che io sia su una sedia a rotelle non significa che sia stupido, dovete tener conto del mio lavoro di autore‘”. Per i volontari una vera e propria rivelazione: “Pensavamo di essere arrivati all’apice e invece ci chiedevano di più. È in quell’occasione che ci è venuta l’idea di creare una casa editrice”.
“Usciamo dal bozzolo” – video
Qualche mese per definire il progetto, poi a dicembre è stata lanciata una campagna di crowdfunding sulla piattaforma KissKissBankBank, che in poche settimane ha centrato l’obiettivo di raccogliere 20mila euro. Ovvero “i soldi per i primi sei mesi di attività”. Risorse che serviranno per coprire i costi di stampa edistribuzione, per partecipare alle fiere di settore e per stipendiare i lavoratori. Saranno quattro idisabili effettivamente impiegati all’interno dell’azienda, affiancati da tre professionisti a partita Iva che si occuperanno della distribuzione, della comunicazione e della mediazione sociale. “Abbiamo chiamato questa raccolta fondi Usciamo dal bozzolo perché è qui che la vita ha messo questi ragazzi ed è qui che la famiglia continua a tenerli”. Detto altrimenti, mentre il Parlamento discute della legge sul “Dopo di noi”, per dare una prospettiva ai disabili dopo la morte dei genitori, alla Magliana questa prospettiva si prova a costruirla concretamente.
“Questo progetto può dare ai nostri ragazzi la possibilità di autodeterminarsi”, dice Fanzini. Certo, ammette, “è difficile pensare ad un’occupazione per i disabili intellettivi. Ma quello che vogliamo realizzare noi è instillare una rivoluzione culturale”. Per realizzarla, però, servono altri finanziamenti. I 20mila euro raccolti copriranno i costi dei primi sei mesi di attività, l’associazione sta partecipando ad altri bandi per ottenere ulteriori risorse, ma lancia un appello a chiunque voglia sostenere il progetto. E aiutare questi ragazzi ad uscire dal bozzolo una volta per tutte.
Tratto dal www.ilfattoquotidiano.it
Mi piace:
Mi piace Caricamento...
Lascia un commento | Tag: bambini, casa editrice, disabilità, lavoro, rete di settore | Pubblicato in: Accessibilità, Bambini, Comunicazione, Cultura, Diritti Civili, Disabilità
Mi rifiuto di stare zitta, sbaglio, lo so, forse farò il gioco mero di Donna Moderna che con l’articolo di Annalisa Monfreda, strumentalizza la disabilità, ma, scusate, da disabile ed educatrice, non posso tacere.
E’ nata una polemica negativa sulle carrozzelle create dai Lego. Scusate allora anche Cicciobello nero, giallo, sono un danno alla crescita dei bambini? Ma quale è la prospettiva giusta, la vera normalità per voi? Il bello perfetto di Barbie è il modo giusto? Ah, bene, allora io mi posso sparare, son un metro e venti, in carrozzella e parecchio malata, non ho diritto di riconoscermi nei giochi? Devo sognare immaginare, e i bambini si devono riconoscere solo nel “target” della, magra, bianca, occhi azzurri? E chi ha inventato il target? E se fosse stato un mondo di carrozzati allora sarebbe stato “ineducativo” fare un giocattolo con le gambe?

La dottoressa Eleonora Motta, psicologa, psicoterapeuta, sessuologa (esperta in affettività/sessualità disabilità) da me intervistata in merito, risponde: “Penso che il gioco sia un ottimo strumento x insegnare, direi un’opportunità in più che soprattutto gli adulti hanno per educare e parlare coi bimbi. I temi possono essere più o meno simbolizzati, ma il gioco è uno dei linguaggi migliori per comunicare coi bambini (insieme all’esempio del proprio comportamento). Poi certo che non si può delegare, il gioco non sostituisce gli adulti di riferimento, ma è uno strumento da sfruttare.”
Infine, la dottoressa Motta conclude facendomi riflettere in modo importante sulle tecniche usate in psicoterapia, per i bambini, proprio attraverso il gioco: “Il gioco si usa anche per fare psicoterapia coi bambini, più utile di così…. Anzi, se un bambino giocando col lego si mette a fare discriminazioni sul pupazzo in carrozzina, l’adulto ha un’ottima occasione per intervenire inserendo un nuovo pupazzetto e creare un dialogo educativo tra personaggi”.
Tutti quelli che pensano che la carrozzella sia veicolo negativo comincino a vedere, guardare, il bello che invece è, un oggetto di privilegio e cultura, vergogna a tutti coloro che disdegnano, vergogna a tutti coloro che non hanno idea che la cultura: la crescita parte proprio dalla differenza, e ben vengano le carrozzelle nei Lego, le bambole grasse, i giocattoli con il bastone per ciechi!
Lorella Ronconi
Mi piace:
Mi piace Caricamento...
7 commenti | Tag: affermazione, articolo, bambini, barbie curvy, carrozzella, dialogo creativo, disabilità, discriminazione, Donna Moderna, dottoressa Eleonora Motta, educazione, giocattolo, gioco, Lego, Lorella Ronconi, psicoterapeuta, sessuologa | Pubblicato in: Accessibilità, Bambini, Comunicazione, Cultura, Diritti Civili, Disabilità, Moda

Il primo Lego su sedia a rotelle è stato esposto alla Nuremberg and London toy fairs, in Inghilterra. Lo rendono noto il blog Promobricks e il sito Bricksfans pubblicando alcune fotografie dell’evento. La compagnia danese nei mesi scorsi era stata accusata di non tutelare la diversità dei personaggi: la campagna #ToyLikeMe (giocattoli come me) aveva denunciato la mancanza di Lego disabili portando oltre 20mila persone a firmare una petizione online sul sito Change.org per invitare i vertici dell’azienda a cambiare rotta. “Il marchio esclude oltre 150 milioni di bambini disabili, che non si vedono così rappresentati. Si tratta di cambiare la percezione culturale della disabilità”, aveva detto a dicembre al Guardian Rebecca Atkinson, promotrice della campagna. La Lego inizialmente aveva cercato di resistere obiettando che la bellezza dei suoi mattoncini sta nel poter scegliere come assemblare i personaggi per costruire le proprie storie. Ma ora sembra averci ripensato
.
http://m.repubblica.it/mobile/r/sezioni/esteri/2016/01/28/foto/primo_lego_disabile-132212624?ref=fbpr
Scritto con WordPress per Android da © Lorella Ronconi
Mi piace:
Mi piace Caricamento...
2 commenti | Tag: #senzabarriere, #sosdisabilità, bambini, diritti dell'infanzia, disabili, discrimination, giocattoli, Lego, Lorella Ronconi, portatori di handicap | Pubblicato in: Accessibilità, Bambini, Cultura, Diritti Civili, Disabilità
Nel centro per minori dell’Agrigentino, bambini legati con le catene ai letti, lasciati a digiuno e rinchiusi a chiave. I verbali e i disegni delle vittime che hanno svelato le violenze. Arrestata la responsabile, indagate altre sette persone. Tra loro un consigliere comunale.
“Ieri ero tranquilla, poi sono andata in bagno e ho visto (…) che si mangiava la cacca e poi (…) l’hanno legata con lo scotch mani e piedi e bocca e le hanno messo una coperta di sopra. Gli facevano guai, le mettevano le mollette nel naso, gli davano schiaffi e io avevo paura. Volevo chiamare i carabinieri ma non ci sono riuscita. Ora ho tanta paura che mi fanno del male”. Anche i carabinieri e i procuratori che hanno indagato sulla casa degli orrori di Licata, in provincia di Agrigento, hanno fatto fatica a leggere quel testo scritto da una delle ragazzine ospiti del centro sequestrato ieri. L’inchiesta “Catene spezzate” (condotta dai carabinieri della compagnia di Licata e coordinata dalla procura della Repubblica di Agrigento) ha fatto luce su quella che sarebbe dovuta essere una casa per minori disabili, ma che in realtà avrebbe avuto i connotati di un lager: bambini legati con le catene ai letti, lasciati a digiuno e rinchiusi a chiave in piccole stanze per ore ed ore.
Proprio come ha raccontato una delle ragazze alla vicepreside della sua scuola che, non appena ha capito di cosa stesse parlando, non ha esitato ad azionare il registratore del proprio smartphone: “Ci tolgono le chiamate e ci chiudono nella stanza. E poi…”. “E poi, che cosa?” chiedeva l’insegnante alla ragazzina. “E poi danno bastonate a quelli che non hanno le famiglie. E uno lo tengono legato”. Parole che, oltre ad aver inorridito le professoresse, hanno consentito ai carabinieri di far partire le indagini e di mettere fine alle violenze in quella che una delle vittime chiamava “la casa degli orrori”.
Ma ad aiutare gli inquirenti è stato anche il disegno che un altro ragazzo ha realizzato in classe, con il quale la vittima provava a raccontare una fiaba scrivendo accanto: “Una principessa che sta facendo un incubo, in una casa da sola con una strega che tiene tutti i ragazzi in una casa con i suoi complici. Lei è una strega cattiva e crudele che riempie di medicinali quelli che non hanno famiglie, li addormentano e li picchiano. All’improvviso mi sveglio da questo sogno brutto, dove mi rinchiudevano nella stanza, mi levavano le chiamate alla famiglia”. Tutti elementi che hanno convinto gli investigatori a far partire immediatamente le indagini sulla coop “Suami”.
Tratto da www.palermo.repubblica.it
Mi piace:
Mi piace Caricamento...
4 commenti | Tag: Agrigento, bambini, centro diurno, disabilità, indagini, Licata, Lorella Ronconi, maltrattamenti | Pubblicato in: Bambini, Comunicazione, Cultura, Disabilità, Scuola

Il papa Francesco ha detto sul Natale:
“Il Natale di solito è una festa rumorosa: ci farebbe bene un po’di silenzio per ascoltare la voce dell’Amore.
Natale sei tu, quando decidi di nascere di nuovo ogni giorno e lasciare entrare Dio nella tua anima.
L’albero di Natale sei tu quando resisti vigoroso ai venti e alle difficoltà della vita.
Gli addobbi di Natale sei tu quando le tue virtù sono i colori che adornano la tua vita.
La campana di Natale sei tu quando chiami, congreghi e cerchi di unire.
Sei anche luce di Natale quando illumini con la tua vita il cammino degli altri con la bontà,la pazienza,l’ allegria e la generosità.
Gli angeli di Natale sei tu quando canti al mondo un messaggio di pace di giustizia e di amore.
La stella di Natale sei tu quando conduci qualcuno all incontro con il Signore.
Sei anche i Re Magi quando dai il meglio che hai senza tenere conto a chi lo dai.
La musica di Natale sei tu quando conquisti l’armonia dentro di te.
Il regalo di Natale sei tu quando sei un vero amico e fratello di tutti gli esseri umani.
Gli auguri di Natale sei tu quando perdoni e ristabilisci la pace anche quando soffri.
Il cenone di Natale sei tu quando sazi di pane e di speranza il povero che ti sta di fianco.
Tu sei la notte di Natale quando umile e cosciente ricevi nel silenzio della notte il Salvatore del mondo senza rumori ne’ grandi celebrazioni; tu sei sorriso di confidenza e tenerezza nella pace interiore di un Natale perenne che stabilisce il regno dentro di te.
Un buon Natale a tutti coloro che assomigliano al Natale.”


Auguri a tutti voi ❤ Lorella
Mi piace:
Mi piace Caricamento...
1 Commento | Tag: Amore, bambini, casa, chiesa, Dio, Gesù, Lorella Ronconi, malati, natale, papa Francesco, povertà, sofferenza | Pubblicato in: Bambini, Comunicazione, Cultura, Fede, Frasi celebri citazioni
Per i bambini non ci sono differenze, siamo noi che creiamo le barriere, che costruiamo scale e porte strette, siamo noi che continuiamo a portare avanti gli stereotipi e tabù che separano e allontanano, siamo noi che condizioniamo la loro anima pura con le nostre barriere impostando la loro esistenza in base alle nostre paure.

I bambini non hanno i nostri schemi e per loro non è un problema se sei grasso o troppo alto, non è un problema se sei seduto in carrozzella; se c’è uno scalino ti domandano: “Perché c’è lo scalino?”, “Perché hanno fatto quella porta stretta?”.
I bambini chiedono solamente una spiegazione ma non si spaventano. In una sera d’estate Marco mi dice : ” Ti spingo io!” ed è felice con me.
Aiutiamo i nostri figli a crescere nell’accettazione e nella comprensione senza mettere loro le nostre difficoltà, senza trasmettere loro le nostre paure ei nostri stupidi luoghi comuni solo così potremmo aiutare a crescere il futuro per tutti, senza barriere.
© Lorella Ronconi
Mi piace:
Mi piace Caricamento...
4 commenti | Tag: bambini, disabili, stereotipi | Pubblicato in: Accessibilità, Comunicazione, Cultura, Maremma Toscana, Scuola
Carrozza o carrozzella? ^_=

La presenza di una carrozzina non impedisce a creativi genitori e amici di far avverare i sogni di chi ci vive sopra. Ecco una serie di immagini provenienti da tutto il mondo e postate sul web, che raccontano di travestimenti comuni, realizzati a pennello e adattati alle esigenze personali e fisiche, di bambini con disabilità motoria. Le sedie a rotelle diventano così auto dei pompieri, mongolfiera, shuttle, la carrozza di Cenerentola, il camioncino del gelataio, persino il cappello di un mago da cui far spuntare un sorridente coniglio…… : a carnevale mi sento proprio uguale!
Mi piace:
Mi piace Caricamento...
Lascia un commento | Tag: bambini, carnevale, carrozzella | Pubblicato in: Accessibilità, Bambini, Comunicazione, Cultura, Disabilità