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MIO FIGLIO

Mio figlio

Fra le mie braccia
sonnecchia,
respiro di nuvola, odor di vaniglia.

Ecco, si muove, confetto leggero!
Sbadiglia di smorfie,
con lo sguardo mi cerca,
mi trova e sorride.
Lo sento, fa parte di me:
è ritratto di te.
Metà mio, meta d’amore.
Nato dai sogni.
Cresciuto nei cuori.

Lo guardo e mi chiedo che uomo sarà.
Sarà forte, sincero, leone, predato?
Carnefice, vittima, pane spezzato?

Gli osservo le mani, biscotti di crema!
Carezzo il suo viso e torno a pensare
su quale Natale camminerà?
Il futuro per lui che ricordo sarà?
Sarà pasti fumanti e patate arrosto
o freddi cartoni all’ombra dei tuoni?
Sarà ansia, certezza, tenacia o paura?

È bello mio figlio: è grande.
È mai nato.
Eppure è presente:
è amore per te!

©Lorella Ronconi 2001 – poesia tratta dalla raccolta, Je roule 2007

Maternità. Lorella Ronconi 1991


L’ULTIMO SUONO DEL TUO ADDIO

L’ultimo suono del tuo addio,
mi disse che non sapevo nulla
e che era giunto
il tempo necessario
di imparare i perché della materia.

Così, tra pietra e pietra
seppi che sommare è unire
e che sottrarre ci lascia
soli e vuoti.

Che i colori riflettono
l’ingenua volontà dell’occhio.
Che i solfeggi e i sol
implorano la fame dell’udito.
Che le strade e la polvere
sono la ragione dei passi.
Che la strada più breve
fra due punti
è il cerchio che li unisce
in un abbraccio sorpreso.
Che due più due
può essere un brano di Vivaldi.
Che i geni amabili
abitano le bottiglie del buon vino.

Con tutto questo già appreso
tornai a disfare l’eco del tuo addio
e al suo posto palpitante a scrivere                                                                                 

la Più Bella Storia d’Amore
ma, come dice l’adagio
non si finisce mai
di imparare e di dubitare.

E così, ancora una volta
tanto facilmente come nasce una rosa
o si morde la coda una stella fugace,
seppi che la mia opera era stata scritta
perché La Più Bella Storia d’Amore
è possibile solo
nella serena e inquietante
calligrafia dei tuoi occhi.

(Luis Sepulveda)

Il mio addio, a Dio, a rivederci ad uno dei miei grandi autori preferiti, Luis Sepulveda. Si è spento a causa del Coronavirus, il 16 aprile 2020. Il suo corpo si è fermato, ma la sua energia, la sua grandezza, la sua luce non è spenta. Lo immagino come un cantastorie che amava l’amicizia.

Ci ha donato una grandissima eredità, i suoi racconti, i suoi scritti, le sue favole, qualcuno le sottolinea come smielose, secondo me sono delle grandi spunti di riflessione dedicate, alla vita, all’amicizia, all’amore. Le sue favole sono gemme di positività, a parer mio un grande.  ecco un estratto dall’Introduzione di Bruno Arpaia, dal libro, Tutti i racconti.

“‘Dopo aver buttato via moltissimi racconti che mi sembravano scritti da un secondo Cortázar, meno bravo di lui, mi decisi a raccoglierne alcuni in un libro’ mi disse Sepúlveda una sera a Gijón. ‘E lì imparai che il genere che più mi piaceva, quello in cui mi sentivo più a mio agio, era il genere più difficile: il racconto breve. Quando scrivi un romanzo, a volte può succedere che i personaggi ti sfuggano per un po’ di mano, e va benissimo, a patto che poi tu riesca a recuperarli e a ricondurli sul sentiero prestabilito. Nel racconto, non può accadere neanche questo, non ne hai il tempo e la possibilità, eppure in quel genere mi sento a mio agio perché la sfida è terribile: il racconto è narrazione pura.’ Ed è forse nel racconto che Sepúlveda dà il meglio di sé, grazie al suo gusto per le immagini pennellate con estrema cura, alla sua capacità affabulatoria ed evocativa. Avere sotto mano, in un unico volume, tutte le sue narrazioni brevi consente dunque al lettore di apprezzare ancora meglio queste sue virtù, viaggiando con maggiore comodità nei suoi microuniversi che si svolgono negli scenari più remoti e diversi, dalla Patagonia al Nicaragua, da Amburgo al Cile. Percorrendo d’un fiato questi paesaggi, ci si renderà anche conto dell’evoluzione dell’autore cileno, fino ai racconti più recenti, in cui la voce di Luis Sepúlveda diviene inconfondibile e imperiosa come un marchio di fabbrica.” (Dall’Introduzione di Bruno Arpaia).


IL MIO CROCIFISSO

Una meravigliosa poesia scritta da Claudio Coppini, ispirata dalla mia foto.

Dal mio letto vedo gli alberi rifiorire, ma uno in particolare mi fa innamorare, è l’albero con il ramo a sinistra, ha la forma di Gesù crocifisso. Ogni anno a primavera guardo fuori e mi sento abbracciata alla vita, quel ramo mi fa ricordare che la Pasqua è realmente la salvezza, il passaggio, l’uscita, la libertà… allora lo abbraccio con l’immaginazione e volo, m’innalzo, ballando con le rondini.

Promessa folle
Poesiapreghiera

Stanotte il silenzio rimbomba,
sveglio sul letto
gli occhi incollati sull’albero là fuori.
Un salto mortale,
al suo posto ora c’è una croce.
Agrappati al legno
i segni freschi del dolore.
Echi di donne che gridano
arrivano da lontano,
“il sepolcro è stato violato
la tomba è vuota!”
Dove sei morte?
Chi schiodo’ il Cristo dalla croce,
chi il corpo rapì dalla tomba?
Silenzio.
Apro il tuo diario e leggo,
la Parola per un tempo s’è fatta carne
ha abitato in mezzo a noi.
Due promesse,
una vana ragionevole umana,
un’altra divina, folle.
Il Risorto vive!

Claudio Coppini
11/04/2020 |

Grazie infinite Claudio! Buona Pasqua di resurrezione a tutti.


NON TRATTENERTI MAI

Madre Teresa di Calcutta,  Dedicato alle donne                    

Tieni sempre presente che la pelle fa le rughe, i capelli diventano bianchi, i giorni si trasformano in anni. Però ciò che è importante non cambia; la tua forza e la tua convinzione non hanno età.

Il tuo spirito e` la colla di qualsiasi tela di ragno. Dietro ogni linea di arrivo c’è una linea di partenza. Dietro ogni successo c`e` un`altra delusione. Fino a quando sei viva, sentiti viva.

Se ti manca cio` che facevi, torna a farlo. Non vivere di foto ingiallite… insisti anche se tutti si aspettano che abbandoni. Non lasciare che si arruginisca il ferro che c’è in te.

Fai in modo che invece che compassione, ti portino rispetto. Quando a causa degli anni non potrai correre, cammina veloce.

Quando non potrai camminare veloce, cammina. Quando non potrai camminare, usa il bastone.

Pero` non trattenerti mai!

Madre Teresa di Calcutta


CORPO D’AMORE

Alda Merini, la poetessa che preferisco, una donna meravigliosa. Voglio ricordarla con una sua #poesia, come #preghiera, dieci anni dalla sua scomparsa.

“Gesù, forse è per paura delle tue immonde spine
ch’io non ti credo,
per quel dorso chino sotto la croce
ch’io non voglio imitarti.
Forse, come fece San Pietro,
io ti rinnego per paura del pianto.
Però io ti percorro ad ogni ora
e sono lì in un angolo di strada
e aspetto che tu passi.
E ho un fazzoletto, amore,
che nessuno ha mai toccato,
per tergerti la faccia.

Alda Merini.

Dalla raccolta «Corpo d’amore. Un incontro con Gesù».

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#poetry, #AldaMerini, #memory, #suffering, #Christ, #abbicuradime, #JeRouleAvecToi, #IosonoRARA


PROFUGA INVISIBILE, VAGO CANTANDO, LA NOTTE

Sono talmente rara che mi faccio paura da sola.

Il mio scheletro, con le articolazioni staccate, la scoliosi che lo ruota e le due pesanti barre d’acciaio, è più simile ad un’aliena, ad un pesce, fa’ design . Preferisco pensarmi come un’affascinante sirena, rarissima, in precoce estinzione.

Una sirena, come Lorelay, la mitologica sirena narrata nelle antiche novelle fiamminghe. Una ‘donnapesce’ arenata in Maremma, a Grosseto, felice di essere e di fare, nonostante la sua evidente diversità … Ora però sono sperduta, disorientata dalla situazione fisica, dal dolore crudo, dal dover rinunciare, cambiare, perdersi e ritrovarsi per cercare sorrisi.

Sfiancata dalla malattia che si evolve, dalle sue evoluzioni sempre più dolorose… ma anche dai retaggi, stereotipi, dalle barriere culturali e architettoniche, dalla rassegnazione, dall’opulentismo.

Indifferenza altrui? No, solo paura.

Sono consapevole, come scrivo in questi versi, dell’inconsapevolezza (ovviamente) che le persone hanno di me. Nemmeno io ho idea della mia genetica così fuori dalla norma. Ho paura, si. Ho paura di non farcela. Ho bisogno di sorridere, del buongiorno della gente, di sorrisi e verità, di coraggio e partecipazione e strade lisce che non mi facciano più prendere pasticche doppia razione e intelligenza umana .

Ho bisogno di carrozzelle anche per chi è un metro e 20. Di auto attrezzate senza vibrazioni, di miracoli, di Fede, di fratelli e sorelle, di generi, nipoti e sogni… e baseball e battaglie, ancora da inseguire.

© Lorella Ronconi

#ilviziodivivere #ilovemyland #illussodelladifferenza #senzabarriere #JeRouleAvecToi
#solounminuto perché  #Iosonorarissima

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EMOZIONE BELLA

Sei emozione bella.

Spasmo attorcente che piega, che toglie il respiro.

Contorta, schiacciata
di gioia fresca boccheggio
e annaspo in battiti esultanti di te.

Emozione bella!

Un lacrima scende
copiosa e invadente.

Ti allontani
ma sono d’oro io
riscoperta
tra le emozioni fatte di te.

© Lorella Ronconi

(Dalla raccolta

Sirena Guerriglia 2013)


TI AUGURO QUELLO CHE I PIU’ NON HANNO

Il mio augurio a tutti voi, con un saluto al tempo avuto, al vecchio anno che se ne sta andando. Per la prima volta felice di lasciare un anno terribile, consapevole che il peggio arriverà ma determinata a sorridere ancora e ancora di gioia terrena. Un augurio al nuovo anno, al giovane ignaro e ricco di appassionata, curiosa innocenza,  ti aspetto 2018.

TI AUGURO QUELLO CHE I PIU’ NON HANNO, CON TUTTO IL CUORE TI AUGURO TEMPO

“Ti auguro tempo”Elli Michler 

Non ti auguro un dono qualsiasi, ti auguro soltanto quello che i più non hanno.
Ti auguro tempo, per divertirti e per ridere; se lo impiegherai bene potrai ricavarne qualcosa.
Ti auguro tempo, per il tuo fare e il tuo pensare, non solo per te stesso, ma anche per donarlo agli altri.
Ti auguro tempo, non per affrettarti a correre, ma tempo per essere contento.
Ti auguro tempo, non soltanto per trascorrerlo, ti auguro tempo perché te ne resti: tempo per stupirti e tempo per fidarti e non soltanto per guadarlo sull’orologio.
Ti auguro tempo per guardare le stelle e tempo per crescere, per maturare.
Ti auguro tempo per sperare nuovamente e per amare. Non ha più senso rimandare.
Ti auguro tempo per trovare te stesso, per vivere ogni tuo giorno, ogni tua ora come un dono.
Ti auguro tempo anche per perdonare. Ti auguro di avere tempo, tempo per la vita.

 

 


LASCIATI FERIRE IL CUORE, FARAI MISERICORDIA 

Se non vuoi peccare di indifferenza o di omissione

lasciati ferire dalla presenza di chi è povero

di chi è straniero, di chi é malato, di chi è in carcere:

perché se ti lasci ferire il cuore, farai misericordia.

Enzo Bianchi 



L’HO AMATA DA IMPAZZIRE 

«L’hai amata, vero?»

Lui sospirò

«Come posso risponderti? 

Lei era matta» 

Si passò la mano tra i capelli 

«Dio se era tutta matta. Ogni giorno era una donna diversa 

Una volta intraprendente, l’altra impacciata. Una volta esuberante, l’altra timida. 

Insicura e decisa.

Dolce e arrogante.

Era mille donne lei, ma il profumo era sempre lo stesso

Inconfondibile

Era quella la mia unica certezza.

Mi sorrideva sapeva di fregarmi con quel sorriso

Quando sorrideva io non capivo più nulla 

Non sapevo più parlare né pensare

Niente, zero

C’era all’improvviso solo lei

Era matta, tutta matta

A volte piangeva

Dicono che in quel caso le donne vogliono solo un abbraccio

Lei no

Lei si innervosiva

Non so dove si trova adesso ma scommetto che è ancora alla ricerca di sogni

Era matta tutta matta

Ma l’ho amata da impazzire.

Charles Bukowski


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