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UNA METAFORA PER ABBATTERE I PRECONCETTI: LE DONNE DISABILI SONO COME SIRENE

Le donne disabili non sono altro che sirene, femmine, creature meravigliose che cantano e incantano, mitologica metafora per esprimere normale differenza e fascino di oggettive femminili personalità. Peccato che i preconcetti siano così colmi di povera, testarda ignoranza.
La grafica e il montaggio di @Maria Vittoria Peccatori per raccontare di una “sirena” che tenta di uscire dal mare per cercare di capire gli umani: “Verso l’orizzonte”.

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#RIFLESSIONIDALLETTO #LUOGHI COMUNI: UN DISABILE QUANDO ESCE PUO’ ANDARE ANCHE A LAVORARE

#riflessionidalletto. Quando sei fuori, cioè, quando una persona disabile esce fuori per i suoi mille motivi, molte delle persone che lo/ti incontrano gli/ti dicono : “Vai a fare una giratina, eh?!? ”

Ma..? ‘Sti soggetti, abbiano mai il sospetto che la persona disabile possa andare a lavorare, a fare spese, abbia impegni, attività? Mai.

Chiunque si sente in dovere di dire qualcosa: “Ma sarà troppo caldo?“; “Con questo freddo lascia perde la passaggiata, vai a casa!”.

Si, grazie. Ma…? Io vengo a confonderti con i miei consigli e pareri? No. Appunto. Se sono fuori (come te, del resto) ho come te dei motivi validi.
Un disabile quando esce va per forza a girello. Mah?!??!!

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LORELLA, IL MIO NOME È LORELLA

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È veramente cosa molto difficile, un’impresa memorabile, estremamente dura essere considerate femmine e donne sessuate nelle chat d’incontri, ci avete provato? Quando i maschi si rendono conto che siamo disabili diventano tutti amici pietosi, carini, agnellini angelici in fuga…:'(. Per voi ragazzi ‘in carrozza’ succede la stessa cosa? Mi piacerebbe sapere cosa dicono a voi….


SONO I BAMBINI CHE CI INSEGNANO COME ABBATTERE LE BARRIERE ARCHITETTONICHE E CULTURALI

Per i bambini non ci sono differenze, siamo noi che creiamo le barriere, che costruiamo scale e porte strette, siamo noi che continuiamo a portare avanti gli stereotipi e tabù che separano e allontanano, siamo noi che condizioniamo la loro anima pura con le nostre barriere impostando la loro esistenza in base alle nostre paure.

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I bambini non hanno i nostri schemi e per loro non è un problema se sei grasso  o troppo alto, non è un problema se sei seduto in carrozzella; se c’è uno scalino ti domandano: “Perché c’è lo scalino?”,  “Perché hanno fatto quella porta stretta?”. 
I bambini chiedono solamente una spiegazione ma non si spaventano. In una sera d’estate Marco mi dice : ” Ti spingo io!” ed è felice con me.
Aiutiamo i nostri figli a crescere nell’accettazione e nella comprensione senza mettere loro le nostre difficoltà, senza trasmettere loro le nostre paure ei nostri stupidi luoghi comuni solo così potremmo aiutare a crescere il futuro per tutti, senza barriere.

© Lorella Ronconi


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