19 febbraio 1936, 22 luglio 2020
Ciao Andreina Savoi.
Ciao #MAMMA, ci hai lasciato da due anni ormai ed io non ho ringraziato abbastanza per il tappeto di fiori che hai fatto germogliare. Non so se riuscirò a far cantare il silenzio, voglio provarci, voglio riprendere il cammino da te.
Non abbiamo possibilità fisiche di ringraziarvi uno ad uno. Lo facciamo così. Chi l’ha conosciuta sa che è stata una donna speciale, affiancata dalla sofferenza fisica fin dalla nascita, una donna che ha avuto forza, ostinazione e determinazione nella vita. Determinazione e gioia di vita come donna, come moglie fedele, come cristiana e come madre di una bimba disabile. Ha detto, “SI!” con soddisfazione, orgoglio, gioia e mai vergogna. Ci ha insegnato la sua forza ed accompagnato per ospedali e scampagnate al mare e fino all’ultimo, con lucido rantolio, ci ha supportato con lo sguardo. Una donna innamorata del suo uomo fino all’ultimo respiro ed una mamma vera, educata ed educatrice, “rompi al punto giusto”, come tutte le mamme. Il suo punto di forza era che ricordassi che “ero uguale a tutti”, per cui, “niente sconti alla signorina” neanche a scuola, “maestra, mi raccomando”.
Una donna con il dono della maternità, che avrebbe voluto essere madre di tutti (se avesse potuto), in molti l’hanno conosciuta così: Andreina mamma, zia, nonna. Troppa agonia, troppa sofferenza, inaccettabile ma affrontata con silenzio e rassegnazione, amore per me, Lorella ed il suo Elio… tanto da risvegliarsi dal coma e uscire dalla rianimazione per poter essere a casa per stringerci le mani. Una vita meravigliosamente affrontata di petto, con i pesi sulla schiena, ma da vincenti. Ciao Andreina Savoi, ciao mamma, a presto.
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QUANTI ANNI FA? Nel 1968 la mia prima ° elementare, #CAPITE?! Io ho fatto la prima elementare nell’anno domini in cui il movimento del ’68 fece eco in Italia
!!! Fui la prima bimba ‘piccina’ ad essere inserita a #Grosseto, in una scuola normale, che mi volle ed in una classe “sperimentale normale” (si diceva così) composta solo da #femmine , con la mia maestra, Maria Luisa Pezzi, che mi accettò con grande responsabilità e coraggio.
GRAZIE A MIA MAMMA PER IL GRAN BATTERSI PER IL MIO INSERIMENTO ‘IN UNA CLASSE NORMALE’.
NEL 1968 ESSERE IN PRIMA ELEMENTARE CONTRO OGNI BUON SENSO
Mia #mamma Andreina piangeva quando le dicevano che dovevo andare in una scuola differenziale o addirittura in un collegio per “inabili”, bussò a molte porte e camminò chilometri, a piedi, per uffici. Le dettero della sciagurata e incapace di crescermi. Girò per tutte le scuole elementari ‘normali’ della città, ma non volevano responsabilità i direttori. Infine la svolta, in via Brigate Partigiane, il “SI” con la maestra Maria Elena Pezzi che mi accettò con gioia, ed ebbi il primo giorno di elementari anche io. Queste cose non le ho sapute solo già grande proprio da mia mamma. E ringrazio il cielo che nessun insegnante, in seguito, mi ne avesse fatto cenno o sentire fuori luogo o #straniera…
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